L’ex ministro delle Comunicazioni e deputato del Pd Paolo Gentiloni ha proposto oggi che il governo destini le frequenze della tv analogica a Internet, dopo il passaggio completo al digitale, affermando che ciò comportebbe anche introiti per le casse statali.
"L’Italia a differenza di gran parte dei paesi europei non ha ancora deciso di destinare ai nuovi servizi di telecomunicazioni una parte delle frequenze liberate nel passaggio alla tv digitale", ha detto Gentiloni in un comunicato. In Germania, ha spiegato nella nota l’esponente democratico, "la gara che si è conclusa la settimana scorsa per assegnare alla telefonia mobile il ‘dividendo di spettro’ liberato dal passaggio della tv al digitale, si è conclusa assicurando alle casse 4,4 mld di euro". "Nel nostro Paese le vecchie frequenze liberate dal passaggio al digitale rimarranno ai vecchi editori. Questa scelta del governo (del premier Silvio) Berlusconi di difendere il vecchio club televisivo impedisce allo Stato un introito paragonabile a quello di misure come il blocco degli stipendi pubblici oppure l’ennesimo condono edilizio". Secondo Gentiloni, l’uso esclusivamente tv di tutte le requenze mette "a rischio i collegamenti in banda larga dalle reti mobili, collegamenti sempre più preziosi vista la diffusione degli smartphone e degli iPad". Lo switch off, cioè il passaggio definitivo dalle frequenze analogiche a quelle digitali, è previsto ufficialmente per il 2012 in Italia, anche se secondo le più importanti emittenti tv, riunite nell’associazione Dgtvi, potrebbe realizzarsi già nel 2011. (Reuters)