“Intervenendo oggi a Sassari all’Assemblea della Nuova Sardegna sugli sviluppi della vicenda contrattuale dei giornalisti, affrontando i temi dell’occupazione e delle crisi nel settore dell’editoria, il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, a proposito della situazione de La7 ha tra l’altro detto: “La vicenda de La 7 è paradigmatica delle condizioni di difficoltà che attraversano settori importanti dell’industria dell’informazione in Italia, sia per problemi economici che per questioni istituzionali.
Alla congiuntura che determina riduzione dei consumi e crisi degli investimenti, si affianca la debolezza di un settore, quello televisivo italiano, che oltre il duopolio Mediaset/Rai vede solo il grande sviluppo della Tv Satellitare del magnate internazionale Murdoch, che sembra non lasciare spazio a nessun altro competitore.
I nodi del mercato pubblicitario si fanno sentire tutti, tanto che il Terzo Polo della tv tradizionale, immaginato intorno a La7, si appresta a lasciare questo ruolo. E, quel che è più preoccupante, si vuole lasciare che l’attenzione per il Terzo Polo sia limitata a una questione residuale di minoranza.
L’idea che ora l’azienda proceda ad un sostanziale abbandono di funzioni attraverso una drastica riduzione degli organici giornalistici – operatori essenziali per fare informazione e assicurare pluralismo – del 25% è un fatto di grande delicatezza, che oltre le legittime preoccupazioni degli interessati che rischiano di perdere il lavoro, dovrebbe porre interrogativi all’intera comunità nazionale. Si tratta di un fatto che richiama l’esigenza di riforme e, l’apertura di un vero mercato libero nel settore dell’industria televisiva.
E’ di tutta evidenza che non può essere rimosso il nodo della concentrazione pubblicitaria e dei costi (produttivi e sociale che comporta) in assenza di una possibilità davvero concorrenziale di accesso a questo mercato.
La FNSI avverte una grande disattenzione pubblica sul tema. Ciò nonostante non accetterà mai di cancellarlo dalla propria agenda tanto più in presenza di un piano – come quello de La7 – che, per ridurre i costi, rinuncia a quote possibili di mercato pubblicitario, perchè – fa sapere – costerebbe troppo acquisirle e utilizza la leva dei licenziamenti per comprimere le uscite.
Il Sindacato dei Giornalisti – impegnato in una delicatissima trattativa con l’impresa – cercherà fino all’ultimo le soluzioni più idonee per scongiurare operazioni traumatiche e per richiamare il valore del lavoro giornalistico come condizione essenziale perché un’emittente importante sia vero soggetto di pluralismo.
La vicenda de La7, accanto all’esigenza di liberare il mercato pubblicitario, (fonte principale per la vita dell’emittente) pone in primo piano anche l’inadeguatezza legislativa su un altro punto: quello degli ammortizzatori sociali e degli interventi per lo sviluppo industriale del settore televisivo. Pochi sanno – e lo Stato finora lo ignora o rimuove il problema – che per il giornalismo dell’area televisiva non è previsto alcun ammortizzatore sociale se non in deroga, dipendente esclusivamente dalla volontà e dalle scelte dell’Esecutivo. C’è un problema di responsabilità sociale di grande rilevanza, da cui non può chiamarsi fuori aprioristicamente, oltre l’azienda, il Governo.”