Francia: Tv pubblica senza spot

L’idea della stampa francese: unire 13 testate di quotidiani nazionali per proporre al mercato un’offerta pubblicitaria. In Spagna Zapatero pensa di emulare Sarkozy.
 
france%20televisions - Francia: Tv pubblica senza spotDal 5 gennaio i programmi sui canali della tv pubblica francese France Television vanno in onda senza spot, secondo la riforma voluta dal presidente Nicolas Sarkozy. La pubblicità è stata eliminata dalle 20 alle 6 del mattino. In questo modo viene anticipato l’inizio della prima serata che prende il via alle 20:35 anziché alle 20:50. Secondo l’Auditel francese, Mediametrix, i telespettatori sintonizzati davanti allo schermo in vista dell’esordio dei programmi anticipati sono stati 3,1 milioni in più rispetto al solito registrando un picco massimo alle 20:26 e non all’orario abituale in cui gli ascolti si impennano, quello delle 21:25 (tratto da www.televisionando.it). Secondo i dati, dunque, i francesi sembrano gradire questa nuova rivoluzione televisiva anche se ad influenzare l’Auditel potrebbe essere stata complice la curiosità dei telespettatori per il nuovo assetto. La riforma televisiva, però, penalizza le reti pubbliche riguardo alla raccolta pubblicitaria, che è uno dei principali mezzi di sostentamento delle emittenti. I fondi relativi alla raccolta, infatti, pari a 450 milioni di euro, saranno destinati verso altri mezzi. I mancati introiti di France Television potrebbero essere coperti da altri generi di finanziamento pubblico tassando dello 0,9% il fatturato degli internet service provider e degli operatori di tlc, e del 3% il fatturato delle tv private. Nel frattempo, nel vortice delle opinioni positive e negative in merito all’abolizione degli spot c’è chi si ingegna e si fa venire l’idea giusta. Dall’1 al 13 gennaio, infatti, 13 testate di quotidiani nazionali francesi come Le Figaro, Le Monde, Les Echoes, La Tribune e La Croix si sono unite per proporre al mercato un’offerta pubblicitaria alternativa. Si tratterebbe di un’inserzione a rotazione della durata di otto giorni sui 13 giornali al prezzo di 200mila euro compresi gli annunci sul web. Uno sconto, dunque, pari all’80% rispetto a quanto gli annunci sarebbero costati sulle singole testate prese singolarmente. La novella legislativa parigina sta avendo ripercussioni all’interno dell’UE dove in molti stanno ripensando il proprio modello gestionale in merito alle tv pubbliche. In Spagna il governo Zapatero ha dato il via a un processo che ha l’obiettivo di eliminare gli spot dalla tv pubblica Tve. Tra il 2009 e il 2010, infatti, la durata degli annunci commerciali sui canali pubblici spagnoli dovrà calare da 11 a 9 minuti. Eliminando la pubblicità in prima e seconda serata il gruppo pubblico Rtve perderebbe fondi pari a 200 milioni di euro. E in Italia? Per il bilancio della Rai la pubblicità è pari a circa 1,14 miliardi di euro con un canone di 1,6 miliardi. In totale le entrate sarebbero pari a 2,9 miliardi di euro. Calcolando che il 50% degli introiti pubblicitari è destinato alla prima serata, nel caso si volesse emulare il modello francese e eliminare pertanto gli spot, la cifra da ricollocare su altri mezzi sarebbe di circa 500 milioni di euro. In seguito alla revisione del canone che dal 2009 passa da 106 a 107,5 euro all’anno ci sarà un aumento delle entrate superiore ai 22 milioni di euro con una crescita dell’1,4% che assicurerà 1,61 miliardi di euro di finanziamento pubblico. Ma in Italia il modello francese per ora viene considerato solo per ipotesi. Questa nuova rivoluzione televisiva iniziata da Sarkozy arriva però in un momento di crisi generale. Persino le reti private finite nel ciclone delle polemiche in quanto destinatarie dei 450 milioni di euro sottratti alle reti pubbliche sono in difficoltà. I due gruppi privati Tf1 e M6 già dal 2008 stanno facendo i conti con i diretti concorrenti: i canali digitali e la crisi degli investimenti pubblicitari a causa della recessione economica. Il digitale, in Francia, pesa per il 12,7% in audience e per il 5% sul mercato pubblicitario con una raccolta che nel 2008 è salita del 90% in valore e del 35% in volume. Tf1 e M6 registrano, invece, entrate pubblicitarie in negativo. (Sara Fabiani per NL)

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