(Millecanali.it) – Il secondo e terzo canale Tv di Stato francesi senza pubblicità non sembrano aver provocato grosse modifiche nella Televisione d’Oltralpe: non giovano infatti né all’audience né agli introiti pubblicitari delle altre reti.
Con una certa forzatura del presidente Sarkozy la partenza della nuova strategia di France 2 e France 3 senza spot era stata fissata per il gennaio scorso (la legge che regolamentava la questione è stata approvata in forma definitiva solo il 5 marzo) ma i risultati forse sperati non si sono visti. L’operazione prevedeva che France 2 e France 3 rinunciassero agli spot nella fascia oraria che va dalle 20 al 6 del mattino successivo. I vantaggi dovevano essere: maggiori ascolti del pubblico, che può ora vedere programmi senza interruzioni pubblicitarie, e una ridistribuzione della pubblicità su altri canali ed altri media. I centri media francesi avevano previsto cifre consistenti che si sarebbero liberate dal nuovo corso: degli 800 milioni di euro di raccolta pubblicitaria delle reti pubbliche che si sarebbero liberati, circa 400 sarebbero dovuti andare verso le reti private TF1 e M6 (per questo motivo Sarkozy era stato accusa di voler favorire con questo provvedimento l’amico Bouygues di Tf1), 160 a stampa, Radio e affissioni e 80 a Internet e new media. Ma di quegli 800 milioni, secondo quanto evidenziato da Stefano Carli su ‘Affari e Finanza’ di ‘Repubblica’, si è persa ogni traccia. France 2 e France 3 non hanno più quell’introito che non è defluito in nessun altro mezzo di comunicazione. Il problema sta però nel fatto che Sarkozy aveva previsto di compensare la perdita dei mancati ricavi pubblicitari di France 2 e 3 con un contributo del 3% sul fatturato pubblicitario, calcolato sull’anno precedente, delle altre Tv e lo 0,9% dei ricavi da banda larga delle telecom. Il resto è a carico dello Stato. Un controsenso soprattutto in senso economico: Tf1 ha registrato meno 20% di spot nel 2008 e M6 meno 10% e pagheranno per una pubblicità mai arrivata. Per ora in Francia sono in corso accese polemiche, mentre in Italia la proposta di Bondi di creare un sistema analogo a quello francese ha trovato a commento un silenzio quasi assoluto. Un diverso quadro della situazione, che integra bene quello precedente, è stato riportato dal sito www.key4biz, a firma di Raffaella Natale: «Quattro anni dopo il suo lancio, la Tv digitale terrestre ha profondamente modificato il panorama audiovisivo francese molto di più, secondo gli analisti, di quanto abbia fatto la decisione di levare la pubblicità dalle reti pubbliche, che ha portato beneficio soprattutto ai canali della TDT. Dal 31 marzo 2005, una fetta crescente di case ha accesso a 14 canali gratuiti su digitale terrestre che si aggiungono a quelli storici (Tf1, France 2…). “In termini di trasformazione del panorama audiovisivo – ha commentato Philippe Bailly di NPA Conseil – è paragonabile a quanto è avvenuto con nel novembre del 1984 con l’arrivo della pay-Tv Canal Plus”. In quattro anni, l’audience della Tv digitale terrestre è continuata a crescere, per arrivare al 14% a fine febbraio, rubando telespettatori ai canali storici. Secondo NPA Conseil, arriverà al 25% nel 2012, mentre i canali tradizionali si attesteranno al 60% (contro l’attuale 73% e l’89,8% del 2004). Il resto sarà occupato dai canali pay del cavo e del satellite. Per questa ragione Tf1 farebbe carte false pur di aumentare la propria presenza nel digitale terrestre, anche entrando nel capitale di TMC, leader sul mercato della Tv digitale. Con lo ‘stop’ alla pubblicità sulla Tv pubblica dalle ore 20.00 in poi, voluto fortemente dal presidente Sarkozy, a guadagnarci è stata soprattutto la TDT, che offre passaggi pubblicitari a tariffe convenienti e vanta una buona fetta d’audience. François Lienart di Yacast ha evidenziato che le entrate pubblicitarie sono aumentate del 74% a 204 milioni di euro nel periodo che va dal 5 gennaio al 15 marzo 2009. Crescita anche per Canal Plus e France Télévisions (prima delle ore 20.00). Diverso il caso dei due canali analogici privati Tf1 e M6 che non hanno goduto di questi cambiamenti. Tf1 ha registrato un calo del 19% delle entrate nelle prime dieci settimane del 2009, mentre M6 una perdita del 5%. Riferendosi all’oscuramento della pubblicità sulla Tv pubblica, Lienart ha parlato di un “vero cataclisma”, un “elettrochoc” che ha costretto gli inserzionisti a rivedere i propri piani. Lo stravolgimento appare evidente nel caso di Tf1 che vanta una buona audience (26%) ma registra un calo delle entrate pubblicitarie. In un mercato depresso, “gli inserzionisti stanno tentando di ottimizzare i loro investimenti”, ha spiegato Philippe Nouchi di ZenithOptimédia (Publicis). Inizialmente, TF1 aveva approfittato dell’oscuramento degli spot sulla Tv pubblica per aumentare le proprie tariffe serali. Cosa che chiaramente non è stata ben accolta dal mondo della pubblicità. C’è stato un vero e proprio braccio di ferro con i grossi advertiser, tra cui probabilmente Danone (assente dagli schermi di Tf1 dall’inizio dell’anno) e Colgate».
Con una certa forzatura del presidente Sarkozy la partenza della nuova strategia di France 2 e France 3 senza spot era stata fissata per il gennaio scorso (la legge che regolamentava la questione è stata approvata in forma definitiva solo il 5 marzo) ma i risultati forse sperati non si sono visti. L’operazione prevedeva che France 2 e France 3 rinunciassero agli spot nella fascia oraria che va dalle 20 al 6 del mattino successivo. I vantaggi dovevano essere: maggiori ascolti del pubblico, che può ora vedere programmi senza interruzioni pubblicitarie, e una ridistribuzione della pubblicità su altri canali ed altri media. I centri media francesi avevano previsto cifre consistenti che si sarebbero liberate dal nuovo corso: degli 800 milioni di euro di raccolta pubblicitaria delle reti pubbliche che si sarebbero liberati, circa 400 sarebbero dovuti andare verso le reti private TF1 e M6 (per questo motivo Sarkozy era stato accusa di voler favorire con questo provvedimento l’amico Bouygues di Tf1), 160 a stampa, Radio e affissioni e 80 a Internet e new media. Ma di quegli 800 milioni, secondo quanto evidenziato da Stefano Carli su ‘Affari e Finanza’ di ‘Repubblica’, si è persa ogni traccia. France 2 e France 3 non hanno più quell’introito che non è defluito in nessun altro mezzo di comunicazione. Il problema sta però nel fatto che Sarkozy aveva previsto di compensare la perdita dei mancati ricavi pubblicitari di France 2 e 3 con un contributo del 3% sul fatturato pubblicitario, calcolato sull’anno precedente, delle altre Tv e lo 0,9% dei ricavi da banda larga delle telecom. Il resto è a carico dello Stato. Un controsenso soprattutto in senso economico: Tf1 ha registrato meno 20% di spot nel 2008 e M6 meno 10% e pagheranno per una pubblicità mai arrivata. Per ora in Francia sono in corso accese polemiche, mentre in Italia la proposta di Bondi di creare un sistema analogo a quello francese ha trovato a commento un silenzio quasi assoluto. Un diverso quadro della situazione, che integra bene quello precedente, è stato riportato dal sito www.key4biz, a firma di Raffaella Natale: «Quattro anni dopo il suo lancio, la Tv digitale terrestre ha profondamente modificato il panorama audiovisivo francese molto di più, secondo gli analisti, di quanto abbia fatto la decisione di levare la pubblicità dalle reti pubbliche, che ha portato beneficio soprattutto ai canali della TDT. Dal 31 marzo 2005, una fetta crescente di case ha accesso a 14 canali gratuiti su digitale terrestre che si aggiungono a quelli storici (Tf1, France 2…). “In termini di trasformazione del panorama audiovisivo – ha commentato Philippe Bailly di NPA Conseil – è paragonabile a quanto è avvenuto con nel novembre del 1984 con l’arrivo della pay-Tv Canal Plus”. In quattro anni, l’audience della Tv digitale terrestre è continuata a crescere, per arrivare al 14% a fine febbraio, rubando telespettatori ai canali storici. Secondo NPA Conseil, arriverà al 25% nel 2012, mentre i canali tradizionali si attesteranno al 60% (contro l’attuale 73% e l’89,8% del 2004). Il resto sarà occupato dai canali pay del cavo e del satellite. Per questa ragione Tf1 farebbe carte false pur di aumentare la propria presenza nel digitale terrestre, anche entrando nel capitale di TMC, leader sul mercato della Tv digitale. Con lo ‘stop’ alla pubblicità sulla Tv pubblica dalle ore 20.00 in poi, voluto fortemente dal presidente Sarkozy, a guadagnarci è stata soprattutto la TDT, che offre passaggi pubblicitari a tariffe convenienti e vanta una buona fetta d’audience. François Lienart di Yacast ha evidenziato che le entrate pubblicitarie sono aumentate del 74% a 204 milioni di euro nel periodo che va dal 5 gennaio al 15 marzo 2009. Crescita anche per Canal Plus e France Télévisions (prima delle ore 20.00). Diverso il caso dei due canali analogici privati Tf1 e M6 che non hanno goduto di questi cambiamenti. Tf1 ha registrato un calo del 19% delle entrate nelle prime dieci settimane del 2009, mentre M6 una perdita del 5%. Riferendosi all’oscuramento della pubblicità sulla Tv pubblica, Lienart ha parlato di un “vero cataclisma”, un “elettrochoc” che ha costretto gli inserzionisti a rivedere i propri piani. Lo stravolgimento appare evidente nel caso di Tf1 che vanta una buona audience (26%) ma registra un calo delle entrate pubblicitarie. In un mercato depresso, “gli inserzionisti stanno tentando di ottimizzare i loro investimenti”, ha spiegato Philippe Nouchi di ZenithOptimédia (Publicis). Inizialmente, TF1 aveva approfittato dell’oscuramento degli spot sulla Tv pubblica per aumentare le proprie tariffe serali. Cosa che chiaramente non è stata ben accolta dal mondo della pubblicità. C’è stato un vero e proprio braccio di ferro con i grossi advertiser, tra cui probabilmente Danone (assente dagli schermi di Tf1 dall’inizio dell’anno) e Colgate».