Da anni ormai la stampa francese vive una grave crisi strutturale. Le difficoltà economiche, finanziarie e editoriali sono state accentuate dalla presenza sempre minore di inserzionisti disposti ad investire in pubblicità sulle pagine dei quotidiani. Non ultime si aggiungano: la determinante presenza di internet (i cui quotidiani online sono gratuiti per definizione, con la sola esclusione di qualche caso raro – vedi, per esempio, il Wsj.com) e la consolidata distribuzione di free press. Per far fronte a questa emergenza, il Presidente Sarkozy ha riunito, lo scorso 2 ottobre, esperti e professionisti del settore, che per due mesi si preoccuperanno di rilevare la reale efficacia dei principali canali dell’informazione d’Oltralpe. Ogni settore sarà coordinato e presieduto da personalità del mondo della stampa: da Arnaud de Puyfontaine, ex amministratore delegato di Mondadori France, a Bruno Patino, direttore generale di Radio France ed ex vice presidente di Le Monde; a questi si aggiungono Bruno Frappat, presidente del direttorio di Bayard Presse e François Dufour, fondatore del Gruppo Play Bac. Il problema che Sarkozy vorrebbe risolvere per primo è quello legato alla distribuzione dei quotidiani, il cui aumento potrebbe concretizzarsi con una maggiore diffusione di edicole e consegne a domicilio. Tale strategia, come spiegato dallo stesso presidente Sarkozy, consentirebbe di incrementare i posti di lavoro, favorendo inoltre una maggiore circolazione di carta stampata. Ma le ragioni della crisi annunciata sono da ricercare anche all’interno delle redazioni dei grandi quotidiani francesi come Le Figaro, Le Monde o Libération, i quali, dall’alto del proprio confermato prestigio, avrebbero faticosamente considerato la possibilità di un cambiamento. Come se il successo consolidato negli anni dovesse rappresentare ora l’origine del loro stesso tracollo, aggravato negli ultimi anni da una proverbiale sfiducia nei confronti dei reporter e da una lieve inadeguatezza dei contenuti nei confronti della popolazione francese. Le Figaro e Le Monde, nella speranza di risolvere almeno parte della questione, hanno recentemente tentato il restyling, modificando il formato, introducendo foto a colori e distribuendo le proprie copie non più al pomeriggio, ma al mattino. Attualmente però questi cambiamenti appaiono superficiali, poiché le testate per rinascere dovrebbero forse rinnovarsi completamente, tornando ad acquisire quella freschezza e quella vivacità che una volta distinguevano la vera stampa di qualità. (Alessandra Zarini per NL)