La prima, campanilistica, ragione della sua nascita è stata l’esigenza di contrastare l’assoluto dominio anglofono nel mondo dell’informazione globale. France 24, nata appena un anno fa (6 dicembre 2006, ndr) per volontà dell’ex Presidente francese, Jacques Chirac (foto), ha acquisito in brevissimo tempo una credibilità internazionale che le ha permesso di insediare la leadership di due mostri sacri occidentali come Bbc e Ccn e della voce del mondo arabo, Al Jazeera.
La struttura societaria dell’emittente si compone di una parte dell’azionariato in mani pubbliche, gestito dallo Stato tramite “France Tèlèvisions”, ed una parte privata, coordinata dal network “Tf1”. Il budget ridotto (87 milioni di euro), poi, costituisce un ulteriore motivo d’orgoglio per i risultati raggiunti.
“Le ricerche di mercato indipendenti dicono che France 24 ha raggiunto un livello di notorietà e audience molto vicino a quello dei concorrenti – sostiene il presidente Alain de Pouzilhac, manager che viene dall’industria e dalla pubblicità – In alcuni Paesi del Maghreb è ascoltata più della Bbc, è al secondo posto dopo Al Jazeera. In Europa ha superato Cnbc e Al Jazeera”. Il segreto di questo network, che in Europa e Nord Africa trasmette via satellite, mentre negli Stati Uniti via cavo, sta, probabilmente, nella multimedialità, scolpita nel proprio dna. Il solo fatto di essere una creatura nata dal nulla in questo momento storico ha contribuito a renderla “giovane” sul piano strutturale e tecnologico, nonché dal punto di vista dell’età media dei suoi dipendenti: 33 anni. I giornalisti delle redazioni sono tutti, almeno, bilingue; appartengono a 35 diverse nazionalità, e questo contribuisce al fatto che i notiziari ed i servizi vengano montati e messi in onda in francese, ma tradotti simultaneamente in inglese e arabo. Francofonia sì, quindi, ma senza eccessi nazionalistici. Giornalismo interdisciplinare, impiego di nuove tecnologie e trasmissione multimediale, da internet al cellulare, costituiscono il completamento di questa ricetta vincente. I palinsesti, infine, si compongono da una parte d’informazione tradizionale, dalle rubriche ai notiziari 24h, ed una parte innovativa, con servizi e reportage esclusivi, spesso in controtendenza con i trend dell’informazione internazionale.
L’unico neo restano i finanziamenti: appartenendo per metà allo Stato, al momento grava sulle spalle dei contribuenti, pur essendo una tv satellitare e non in chiaro. Per il futuro bisognerà attendere l’eventuale ingresso di nuovi azionisti, che svincolino le casse pubbliche dal contribuire economicamente a tenerla in vita. (Giuseppe Colucci per NL)