Roma – Che l’industria dei contenuti non veda di buon occhio la diffusione in rete dei propri audiovisivi, anche se non profit, è un dato di fatto quasi proverbiale. Che la Fox abbia intenzione di ripulire l’universo del web dai link ai suddetti contenuti è notizia di questi giorni, e potrebbe avere ripercussioni ben peggiori della semplice chiusura di un server sul territorio americano.
I fatti: i legali di 20th Century Fox Film Corporation, uno dei maggiori studios hollywoodiani, attualmente sotto il controllo del magnate dei media Rupert Murdoch e della sua News Corporation hanno inoltrato una diffida al gestore di QuicksilverScreen per i link a serial famosi pubblicati sul sito. Per tutta risposta, Steve Thompson (proprietario del portale) ha spostato il server in Malesia e ha contattato i legali della EFF per valutare la risposta più adeguata da dare all’ingiunzione di Fox.
Secondo l’industria, i link a materiale protetto sono da considerare come azioni illegali perseguibili dalla legge, secondo i dettami del contestato DMCA americano. Fred von Lohmann, avvocato della EFF esperto delle questioni sulla proprietà intellettuale, ha definito “confusa” l’applicazione del DMCA ai semplici web link: “Alcuni casi sembrano suggerire che riportare link a materiale che si ha ragione di ritenere illecito (ad esempio dopo che i proprietari del copyright abbiano provveduto a notificare la cosa) può essere causa di responsabilità legale”, dice l’avvocato, aggiungendo poi come “altre vicende ancora dimostrano invece l’esatto contrario”.
Sia come sia, von Lohmann sottolinea come la legislazione del DMCA dia, nei fatti, dei forti incentivi ai provider e ai webmaster alla rimozione dei link dopo aver ricevuto una richiesta specifica da parte dei proprietari dei diritti d’autore. Ciò infatti li protegge dai danni pecuniari derivanti da eventuali azioni legali intraprese contro di loro. Se il dubbio sulla liceità dei link rimane, il DMCA fa di tutto per sollecitare la rimozione dei link che ledono le proprietà degli aventi diritto.
Il problema, piuttosto che venire affrontato in maniera efficace dalla legge, viene insomma aggirato, ovviamente a tutto vantaggio dell’industria dei contenuti. Ma l’iniziativa della Fox è destinata ad andare ben oltre QuicksilverScreen: in una discussione aperta sulla Wikipedia, alcuni membri della community hanno preso a ragionare sulla possibilità di eliminare, sic et simpliciter, tutti i link a materiali di natura non identificabile.
Il primo passo? Cancellare le segnalazioni alle risorse su portali sociali come YouTube, considerando che, dice l’autore del post, per la policy del linking esterno dell’enciclopedia partecipativa, gran parte di quei contenuti non dovrebbero essere usati e/o indicati come fonte negli articoli della galassia wiki.
Le risposte, ovviamente, non si sono fatte attendere: molti wiki-user hanno fatto notare come, nei fatti, una simile decisione sottenda l’idea secondo cui le attività dei motori di ricerca, che non fanno altro che restituire tutto il tempo link non verificati collezionati da scandagli software automatici, sarebbe da considerare illegale e censurabile a priori. Un’idea che va contro la disciplina dell’equo utilizzo e la tradizionale modalità di fruizione del web da parte degli internauti, dicono gli editor, contraria all’interesse dei cittadini della rete e lesiva della libertà di informazione e consultazione su cui progetti come appunto la Wikipedia basano la propria esistenza.
Alfonso Maruccia