La federazione autonoma della stampa italiana Fasipress dedica attenzione ad un argomento sovente trascurato: il fotogiornalismo. Scrive il sindacato: "Come viene riconosciuta la professionalità dei giornalisti quando firmano un articolo, va ugualmente riconosciuta quella dei fotografi. Essere pagati il giusto e firmare la propria foto sono diritti…
Troppo spesso (per non dire quasi sempre…) i media pubblicano foto senza indicarne l’autore. Questo accade utilizzando immagini scattate da collaboratori, corrispondenti o, caso ancora più comune, prelevandole direttamente da internet. Questo comportamento va respinto, poiché offende la dignità del lavoratore dell’immagine, non gli garantisce alcuna sicurezza sociale né il riconoscimento culturale dell’impegno profuso. Non si tratta di una richiesta campata in aria. L’articolo 8 della Legge n. 633/1941 precisa: “E’ reputato autore dell’opera, salvo prova contraria, chi è in esso indicato come tale nelle forme d’uso”. L’importanza della citazione diviene quindi tutt’altro che marginale, in quanto viene posta in discussione l’attribuzione della paternità dell’opera. Con l’aggiornamento della Legge, attraverso il Dpr 19/79 e Legge n. 248 del 28/8/2000, i principi del diritto sono stati ulteriormente ribaditi. Così, in base all’articolo 20 della Legge attuale, l’utilizzatore dell’immagine è tenuto ad indicare sempre l’autore in tutte le forme di utilizzo, indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell’opera".
Per chi vuole approfondire il tema, forniamo alcune indicazioni sul diritto d’autore in fotografia professionale.
La legge di base sul diritto d’autore in fotografia, così come abbiamo anticipato in precedenza, è la 633 del 22 aprile 1941, poi modificata dal Dpr 19/79 e, più di recente, dal Dlgs 154/97 e in seguito dalla legge 248/2000. Di recente, e’ stato definitivamente varato il testo della nuova legge sul diritto d’autore.
Vogliamo reagire a questo andazzo e ottenere il riconoscimento dei diritti? La Fasipress è pronta a sostenere la categoria e propone, sin d’ora, di costituire un tavolo di lavoro che definisca una piattaforma rivendicativa.
Chi ritiene di poter dare una mano si faccia avanti scrivendo a [email protected].