Si è alzata molta polvere sul caso del sito homolaicus.com a cui la SIAE ha richiesto il pagamento di una certa somma per l’esposizione, sulle proprie pagine didattiche, di materiale tutelato dal diritto d’autore. Un caso tirato fuori da Punto Informatico, ripreso poi da L’Espresso e divenuto oggetto di una ormai celebre petizione web nonché di interrogazioni parlamentari. Proprio a Punto Informatico, dunque, la SIAE ha deciso di affidare un set di domande realizzate prendendo spunto dalle polemiche di questi giorni e le risposte del direttore della sezione delle opere letterarie e arti figurative (OLAF) Luigi Cecere.
“D: Perché la SIAE ha inviato una lettera minatoria ad un sito amatoriale, non commerciale che riproduceva quadri di Matisse, Kandinskj, Picasso ecc a scopo didattico, imponendogli dopo molti anni di pagare i diritti?
R: La lettera non era minatoria. Ricordava un principio essenziale: il lavoro altrui (l’utilizzo d’una canzone,d’un testo, d’un quadro o opera visiva tutelati ecc) va rispettato. E quindi i diritti d’autore vanno corrisposti. Questo è l’impegno che la SIAE prende con i propri aderenti e cioè con migliaia di musicisti, scrittori, autori cinematografici e teatrali, artisti visivi. La SIAE poi lavora in reciprocità con le altre Società d’autori, tutelando, per reciprocità tutti i repertori.
D: Ma scusi, il sito a cui volete far pagare il diritto d’autore è un sito didattico, gratuito non commerciale, che non chiede alcun pagamento di abbonamenti o altro
R: Intanto il sito in questione, homolaicus, presenta pubblicità. C’è anche una sezione speciale con annunci del tipo Incontriamoci; scegli la persona giusta, Gli alberghi della Riviera romagnola (qui sfugge il nesso con Matisse a meno che non si pensi ad una raffinata analogia con la Costa Azzurra); l’appetitoso invito d’un noto salumificio. E la pubblicità è una fonte d’incasso. Anche le Tv Mediaset sono gratuite perché non si paga il canone, ma ricavano introiti dalla pubblicità. La presenza pubblicitaria le qualifica come commerciali. La stessa cosa per tutti i siti internet che si alimentano con la presenza pubblicitaria.
D: Ma è un sito didattico. Così si strozza la diffusione della cultura
R: Se pubblico un libro con decine d’immagini tutelate, il diritto d”autore va corrisposto o no? Se il libro è distribuito gratuitamente da una nota marca di automobili, che lo fa per diffondere la cultura, gli autori che vengono utilizzati vanno remunerati o no? Aggiungo che gli editori scolastici pagano regolarmente, per i loro libri didattici sia pure con tariffe agevolate, il diritto d’autore. Anche in questo caso la SIAE ha applicato tariffe ridotte, in considerazione dell’uso culturale.
D: Ma la legge non prevede che in certi casi, si possano utilizzare liberamente le opere (letterarie, musicali ecc.) tutelate?
R: Sì, ma per ciò che riguarda brani staccati o citazioni e per una circolazione ristretta. Per esempio, un sito internet è diverso da un sito intranet. Insomma non si può aprire un sito internet, che so sul teatro italiano, e diffondere gratuitamente tutte le opere per es. di Eduardo De Filippo e dire che lo si fa per diffondere la cultura teatrale.
D: Ma perché la SIAE s’è svegliata adesso e se la piglia con i privati?
R: La SIAE non si è svegliata adesso, ma opera da anni verifiche e monitoraggi sull’utilizzo delle opere che le sono state affidate in tutela. È uno suo preciso dovere nei confronti dei propri iscritti. In quanto a pubblico e privato, il principio è sempre lo stesso e giustamente viene applicato a tutti coloro che utilizzano opere tutelate.
D: Ma il sito faceva anche un uso parziale delle immagini…
R: Infatti le manipolava. Contravvenendo a un diritto elementare degli artisti e degli autori: il diritto morale a non vedere modificata o utilizzata senza autorizzazione la propria opera. Pensate a Picasso fatto puzzle, a Matisse con colori diversi o a quelli che pretendono di abbinare per es. un quadro di Guttuso a Mein Kampf di Hitler o a una serie di annunci erotici. Che conta? Che vuole Guttuso? E che pretende la SIAE? Internet è libero e diffondo la cultura perché quel tale abbinamento mi piace, quel quadro ci sta bene col nazismo o con i cuori solitari in ansia d’un incontro fatale.
Sono moltissimi gli autori viventi o i loro eredi, le fondazioni che rifiutano una certa catalogazione delle loro opere, certi abbinamenti o anche la qualità tecnica delle riproduzioni.
D: Ma il titolare del sito sostiene di far critica, di unire alle immagini ipertesti su artisti contemporanei o scomparsi da poco
R: Di nuovo, diritti morali e non solo. Per es. mi faccio un sito dove riproduco in tempo reale i film in circolazione e ci collego un ipertesto di lettura critica, così aiuto i film in questione: una filantropia esiziale a “scopo didattico”.
D: E che ne dice di chi fa cultura senza scopo di lucro?
R: Intanto bisogna verificare se lo scopo di lucro, anche indiretto, non esiste davvero. Per esempio: concerto gratuito, pagato dallo sponsor, nel senso che lo sponsor paga i tecnici, gli strumentisti, il personale ecc. È gratuito quindi non pago il diritto d’autore perché non ci sono i biglietti? Oppure anche gli autori delle opere eseguite hanno diritto alla loro remunerazione? Su quel palco (pagato), gli strumentisti (pagati) accompagnano un cantante (pagato) che esegue canzoni (non pagate). È chiaro che anche la canzoni eseguite andranno remunerate. Se mi approprio di cento biglietti cinematografici, senza pagarli, e li regalo ai miei amici perché si acculturino siccome non c’è scopo di lucro perché devo pagare i diritti?
Quando utilizzo il lavoro di un altro, qualsiasi sia lo scopo, questo lavoro va onorato e rispettato. Alla radio, alla televisione e su internet.”