Fornitori di servizi di interesse generale sotto protezione

Dune, verme, fornitori di servizi di interesse generale

Chapeau! Tutto è perfettibile, naturalmente; ma, onestamente, il lavoro effettuato da Agcom sullo schema di regolamentazione della cd prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici di interesse generale sui dispositivi di ricezione o accesso ai contenuti, è di alto livello. E questo periodico, come ben sanno i lettori, non è prodigo di complimenti verso le istituzioni.

Nonostante se ne parli da diversi mesi, quella della prominence è una procedura (ora sottoposta a consultazione pubblica) non ancora metabolizzata adeguatamente dagli editori.

Come l’obbligo del DAB sulle auto

Eppure si tratta di una rivoluzione pari a quella dell’obbligo UE di installazione dei ricevitori DAB su tutte le auto commercializzate dal 1° gennaio 2020, che sta conducendo all’affermazione della piattaforma dopo 20 anni di sostanziale indifferenza.

OTT urazione

La procedura di definizione della prominence (cioè “l’adeguato rilievo”) dei fornitori di contenuti di interesse generale è, in definitiva, un meccanismo di protezione per una specie che rischia l’estnzione a causa della voracità dei giganti del web, le piattaforme OTT.

Servizi di interesse generale

Ma cosa sono i servizi di interesse generale?
Agcom li identifica puntualmente al punto 1 delle Linee guida in materia di prominence dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, appunto, di interesse generale, definendoli quelli “diffusi gratuitamente dalla concessionaria del servizio pubblico su digitale terrestre, su satellite, online – ossia la catch-up tv e la catch-up radio, i cataloghi disponibili gratuitamente della concessionaria del servizio pubblico, i servizi in FM distribuiti online –, compresi i servizi radiofonici diffusi dalla concessionaria del servizio pubblico in DAB+, nonché i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici nazionali diffusi gratuitamente su digitale terrestre, su satellite e online – ossia la catch-up tv e la catch-up radio, i cataloghi disponibili gratuitamente corrispondenti ai servizi commerciali in broadcasting, i servizi in FM distribuiti online – e i servizi commerciali audiovisivi e radiofonici locali distribuiti su digitale terrestre, con genere di programmazione di tipo generalista, semigeneralista e tematico “informazione”, così come definiti nell’ambito dell’aggiornamento del nuovo piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre di cui alla delibera n. 116/21/CONS, e che dispongono di una testata editoriale”.

Broadcaster…

In linea di massima, quindi, si tratta dei broadcaster, o comunque di tutti quei servizi diffusi gratuitamente e che discendono da essi, come la riproposizione on demand di contenuti andati in onda in forma lineare (cd. catch-up).

… senza podcast

Non si parla però di podcast, cioè di prodotti nativi on demand che pure potrebbero essere gratuiti e prodotti dai broadcaster. Difficile che si tratti di una dimenticanza: chi parla con cognizione di causa di catch-up sa perfettamente cosa è il podcast.

Ratio

Occorrerebbe quindi capire la ratio dell’esclusione, che, prima facie, sembrerebbe da rinvenirsi nel fatto che i podcast sono assimilabili ai contenuti OTT (quindi l’inclusione dei podcast dei broadcaster tra i contenuti di interesse generale esporrebbe il provvedimento a contestazioni per disparità di trattamento).

Elenchi e click

Altri due elementi rilevanti dello schema di intervento dell’Autorità sottoposto a consultazione pubblica, sono il censimento dei fornitori di servizi di interesse generale con l’istituzione di un elenco annualmente aggiornato e l’obbligo dei produttori di device di garantire l’accesso ai servizi di interesse generale con massimo due click.

Abitudini

Certo, non è l’one click del DTT, ma, oggettivamente, per un utente abituato ai servizi di streaming on demand si tratta di una semplificazione notevole, comunque allineata alla procedura di selezione dei contenuti sulle piattaforme OTT.

one click - Fornitori di servizi di interesse generale sotto protezione

Cesare

A Cesare quindi quel che è di Cesare: l’esito della consultazione pubblica certamente condurrà ad un ulteriore consolidamento dell’architettura elaborata da Agcom.

Affinamento

Ma – siamo pronti a scommetterci – si tratterà di un mero affinamento dell’ottimo lavoro svolto.

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