Richiesta bizzarra ma non priva di elementi altamente democratici quella resa nota alcuni giorni fa dal quotidiano “Libero” e presentata ufficialmente alla Rai dal Governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni (foto).
L’antefatto riguarda una puntata della trasmissione “Report”, in onda tutte le domeniche in prima serata, condotta dalla giornalista Milena Gabanelli. La puntata incriminata, trasmessa lo scorso 28 giugno 2005, s’intitolava “Mafia, corruzione, clientele…chi paga il prezzo?”, con servizi a cura di Maria Grazia Mazzola circa presunti appalti truccati, corruzione e mazzette nell’ambito della costruzione di opere pubbliche in diverse zone della penisola: dai fatti legati alla “disgraziata” autostrada Salerno – Reggio Calabria (su 433 chilometri di autostrada pendono cinque inchieste di due Direzioni Distrettuali Antimafia italiane), al maxiprocesso di Cosenza che coinvolge boss della malavita organizzata e amministratori di grandi imprese come l’Astaldi, l’Asfalti Sintex, la Schiavo e cinque dirigenti dell’Anas, fino ai risparmi, in Lombardia, sulla qualità dei materiali di costruzione di opere pubbliche (alcune delle quali poi crollate), grazie ad asseriti appalti pilotati e gestiti da un’associazione per delinquere formata da imprenditori e da un politico. Si passava, in seguito, ai disastri della sanità lombarda, con la vicenda di pretesi sprechi addebitati all’ex ministro, Girolamo Sirchia; e vi era, infine, un preteso fatto legato ad un nome celebre del panorama politico italiano, ossia Roberto Formigoni. Il fatto in questione riguarda la discarica di Cerro Maggiore, alle porte di Milano, chiusa oltre dieci anni fa, sulla cui sorte gravava (all’epoca della trasmissione tv) un processo nel quale erano imputati Formigoni, un funzionario, un assessore regionale e i riciclatori di denaro sporco legati alla Simec, la società privata che gestisce ancora la discarica. Le accuse mosse al Governatore erano molto gravi: corruzione, falso ideologico, abuso d’ufficio e favoreggiamento. In quell’occasione “Report” si concentrò molto sulla figura di Formigoni, senza, però, concedere all’imputato la possibilità di difendersi pubblicamente dalle accuse, permettendogli un contraddittorio. Ecco, oggi, dopo due anni dalla puntata e due gradi di giudizio (tribunale e Corte d’Appello di Milano), che hanno visto il Governatore assolto per “totale estraneità alla vicenda”, arriva la controffensiva. Adesso Roberto Formigoni chiede d’essere risarcito dalla presunta diffamazione a suo carico. Come? Controbattendo alla accuse mossegli in quella circostanza con due ore a lui dedicate in prima serata. Le richieste, esposte in una lettera spedita ai vertici Rai e resa nota da “Libero”, si sostanziano nella richiesta di una “rettifica”, da trasmettersi “in fascia oraria e con rilievo corrispondenti a quelli della trasmissione di cui trattasi (per cui dalle 21 alle 23 in un qualsiasi girono della settimana)”. Ecco come Formigoni ricostruisce il fatto: “Si è sostanziata una sommaria ricostruzione della vicenda, dove il sottoscritto è stato indicato e offerto al pubblico quale correo di infamanti e gravissimi delitti, non consentendo di controdedurre in modo congruo, obiettivo e documentato”. Niente contraddittorio, quindi. Ora si attende di conoscere cosa risponderà la Rai alle richieste dell’infuriato Formigoni, calcolando che l’accoglienza della proposta comporterebbe, certo, una buona fonte di ascolti ma, forse, un’altra, ennesima, “gatta-politica” da pelare. Cosa di cui al momento non si avverte alcun bisogno. (Giuseppe Colucci per NL)