Mentre Mediaset e De Agostini rincorrono, come ogni anno, reality, varietà e commedie per un’altra stagione di facili profitti, il giornalista Massimo Sideri del Corriere della Sera suggerisce una riflessione: “…molti di questi format (contenitori, ndr) ormai hanno detto quello che dovevano dire. Cosa ci potrebbe essere dopo il reality?”.
La risposta sembra essere internet: molti scommettono sull’interattività. Questa caratteristica, dopo aver distinto i grandi nomi del web, potrebbe arrivare anche alla tv, dando la possibilità a tutti i creativi italiani di proporsi: che sia davvero possibile? La domanda è lecita, ma solo se consideriamo alcuni dei fenomeni che hanno conquistato la rete e tutt’ora si impongono favorendo il protagonismo di ogni utente.
YouTube è sicuramente l’esempio più lampante: un enorme portale che, permettendo la pubblicazione di qualunque tipologia e genere di video, ha fatto nascere la passione per riprese amatoriali, a volte anche a puntate. Tra gli altri fenomeni di massa troviamo anche Wikipedia, l’enciclopedia libera di internet: chiunque può offrire gratuitamente il suo sapere e proporsi di correggere, al fine di migliorare, le informazioni depositate sul sito.
Il popolo del web si muove in una direzione di collaborazione autonoma, un processo che ha già ricevuto l’appellativo di “wikinomics” e che permetterà a tutti di diventare creativi e avere un proprio spazio nella società.
Quando riusciremo a ritagliare anche un ruolo nel nostro programma tv preferito? (M.M.)