Si è svolta il 19 giugno 2007 a Roma, presso l’Auditorium dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, alla presenza del Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Vincenzo Visco, la conferenza stampa per la presentazione dei dati statistici relativi agli studi di settore. Il Viceministro ha ribadito che gli studi di settore non sono una minimum tax, ma strumenti statistici costruiti sulla base dei diversi fattori economici riguardanti l’attività di alcune categorie di lavoratori autonomi e di professionisti, a favore dei contribuenti per l’autodichiarazione dei redditi e di supporto all’Agenzia delle Entrate per predisporre le attività prioritarie di accertamento. Il contribuente deve dichiarare il reddito vero, ma non ha l’obbligo di adeguarsi al livello di congruità indicato nello studio a lui applicato, qualora ritenga che tale livello non rispecchi la specifica realtà della sua impresa.
Con la legge Finanziaria per il 2007 sono stati introdotte modifiche che consentono di disegnare con maggiore completezza le indicazioni economiche relative ai diversi operatori. Oltre ai criteri di congruità ne sono stati introdotti altri per misurare l’adeguatezza dei costi che riducono il reddito da sottoporre a tassazione. È prassi consolidata nella operatività degli studi di settore che, in sede di accertamento, l’Agenzia delle Entrate tenga conto, solo se siano più favorevoli al contribuente, delle evoluzioni intervenute nell’elaborazione degli studi di settore tra il momento della dichiarazione fiscale e quello del controllo.
Considerato che nel triennio 2007-2009 tutti gli studi saranno soggetti a revisione, per i controlli sulle dichiarazioni del 2007, che saranno effettuati a partire dalla fine del 2008, si applicheranno, se più favorevoli ai contribuenti, gli studi revisionati. Per consentire ai contribuenti e agli intermediari una più approfondita valutazione ed una corretta applicazione della nuova normativa sugli studi, la scadenza ordinaria per il versamento delle imposte, 18 giugno 2007, è stata posticipata di 20 giorni per quanti applicano gli studi di settore. Secondo le simulazioni della Agenzia delle Entrate, l’applicazione degli indicatori di normalità economica comporta l’incremento medio dei ricavi di congruità dell’8,7 per cento. Va anche sottolineato che gli indicatori di normalità economica: sono diretti a contrastare taluni comportamenti fraudolenti, che, messi in opera da alcuni contribuenti, hanno finito col danneggiare quanti, invece, si sono comportati correttamente.