Potenziamento degli strumenti di monitoraggio e analisi del contenzioso, da una parte, e la sistematica e tempestiva partecipazione alle pubbliche udienze in rappresentanza dell’amministrazione, dall’altra, sono due strumenti che l’AdE metterà in atto per raggiungere gli obiettivi sintetizzati nella circ. 26/E del 20/05/2010.
La gestione del contenzioso tributario rappresenta una fase decisiva dell’attività dell’Amministrazione finanziaria. Con la circolare, l’Agenzia delle entrate impartisce per l’anno 2010 agli uffici dislocati sul territorio gli indirizzi operativi per quanto riguarda le controversie. L’obiettivo è di diminuire la conflittualità nei rapporti tra Amministrazione e contribuente. La vittoria nelle liti rimane tuttavia l’obiettivo fondamentale, considerati fra l’altro i conseguenti effetti favorevoli sull’aumento del gettito. L’azione delle strutture territoriali deve – laddove è possibile – comunque favorire l’utilizzo dell’autotutela e della conciliazione giudiziale. D’ora in poi, le strutture territoriali dovranno monitorare costantemente l’andamento delle controversie attraverso due parametri: 1.La percentuale di decisioni favorevoli all’Agenzia, in tutto o in parte, entro l’arco temporale di un anno. 2.La percentuale della somma che, in seguito alla lite, l’Amministrazione si aggiudica, determinata con riferimento all’importo complessivo oggetto di decisioni definitive. La difesa in giudizio degli interessi erariali deve essere perseguita con successo espletando in modo corretto ed efficace tutti gli adempimenti richiesti dalle disposizioni processuali, in particolar modo, quando le liti esprimono un alto valore economico. Ciò significa che se si ritiene opportuno portare avanti la controversia, è importante garantire la presenza dei rappresentanti dell’Agenzia per esporre e sostenere le ragioni della pretesa tributaria. Per le liti di valore uguale o superiore ai 5mila euro, discusse davanti alle Commissioni regionali e provinciali, la percentuale di presenza in aula dell’Agenzia è fissata dalla circolare al 98 per cento. La strategia di valutazione e controllo di una gestione efficiente non può prescindere dall’utilizzo di una base informativa automatizzata da poter condividere per evitare comportamenti disomogenei nella trattazione dei giudizi e per meglio gestire le attività di programmazione, consuntivazione, monitoraggio e analisi della complessiva conduzione del contenzioso. In questo quadro rientra la predisposizione di una apposita procedura informatica che, alla stregua di una check list, guiderà l’operatore nella necessaria valutazione dei diversi aspetti caratterizzanti la controversia e che, sulla base degli esiti di detta valutazione, ne determinerà il rating di sostenibilità. Una delle attività, a cui la circolare da particolare impulso, è l’accelerazione della riscossione. Fissato al 93%, contro l’80% stabilito lo scorso anno, l’obiettivo di procedere all’iscrizione a ruolo delle somme derivanti da avvisi di accertamento relativi a imposte dirette e Iva entro 120 giorni dalla data in cui si verifica il presupposto. Con la circolare, vengono dunque riaffermate le strategie messe in campo nell’ultimo biennio tese a ottenere una corretta ed efficace difesa in giudizio degli interessi erariali, attraverso il miglioramento degli esiti e la conseguente crescita del gettito. A tale proposito, le strutture territoriali dell’Agenzia – direzioni regionali e provinciali – sono chiamate, da una parte, a destinare le più qualificate professionalità a difendere le ragioni della pretesa tributaria in relazione a controversie giuridicamente ed economicamente rilevanti, dall’altra, a evitare inutili conflitti facendo ricorso agli istituti deflativi del contenzioso, come l’autotutela e la conciliazione giudiziale, poiché "Il riconoscimento in giudizio della sostenibilità della pretesa erariale incrementa, infatti, la credibilità dell’azione di controllo, creando fiducia nel sistema e incentivando l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari, oltre che l’adesione del contribuente agli strumenti deflativi del contenzioso". Infine, le Direzioni regionali devono monitorare l’arretrato. In presenza di criticità, devono essere messe in campo adeguate azioni correttive quali, ad esempio, piani straordinari di smaltimento.