Dopo un lungo “interim” la Moratti sceglie il sostituto del silurato Sgarbi: è Massimiliano Finazzer Flory, autore teatrale e da anni animatore delle presentazioni letterarie alla Libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele.
È uomo brizzolato, alto, portamento da attore, il nuovo assessore alla Cultura del Comune di Milano, scelto dal sindaco Letizia Moratti per rimpiazzare il silurato Vittorio Sgarbi. Dopo il lungo interim del sindaco meneghino, il nome finalmente è uscito ed è stato presentato. In realtà, è un attore, ma anche autore di testi teatrali. Triestino di nascita, nel capoluogo lombardo da meno di dieci anni, è da anni animatore delle presentazioni letterarie alla libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele e i rumors lo vorrebbero molto vicino ai vertici di Rcs Corriere della Sera ed alle gerarchie ecclesiastiche. È questo un primo, sommario, profilo del nuovo assessore scelto per inaugurare la nouvelle vague della Cultura a Milano dopo le bizze del suo predecessore. Non è certo un nome di spicco nel suo campo, il suo palmares non è certo pieno di successi, ma si dice sia piuttosto accondiscendente alle volontà del sindaco. Certamente più di Sgarbi, che non aveva certo lasciato in silenzio la sua poltrona e si accinge a dare alle stampe il suo nuovo libro, dove con ogni probabilità non risparmierà strali all’amministrazione che l’ha mandato a casa.
Finazzer Flory, intanto, si metterà a lavoro, probabilmente con un basso profilo, considerando il periodo di crisi ed i conseguenti tagli alla cultura che ne derivano. Oltretutto, sarebbe trapelato che, al contrario di chi l’ha preceduto, che ne aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, il nuovo assessore avrebbe un’idea differente riguardo ai graffiti: non opere d’arte da preservare come Sgarbi sosteneva, ma piuttosto scocciature da eliminare, in perfetta sintonia con quanto pensa il sindaco ed il partito che l’ha portata a Palazzo Marino.
E proprio la Moratti, ieri, l’ha presentato alla stampa, che subito l’ha crocifisso. Per un congiuntivo. Già, perché durante la sua presentazione, Finazzer Flory ha preso la parola e, forse per l’emozione, è inciampato in un congiuntivo. E via di strali oggi sui giornali. Ecco come “Repubblica” ha riportato la notizia: “Sta parlando della città che da dieci anni lo ha accolto “e che mi ha assegnato l’Ambrogino d’oro”, una “città che amo” nella quale “spero che un bambino riesca a intravedere cosa fare da grande”. A un tratto cambia punto di vista e scivola proprio su un congiuntivo: “Io – prosegue – sono un bambino e vorrei che la cultura si ponesse questa dimensione, si dasse questa dimensione anagrafica”. Lui non se ne accorge, sicuramente un lapsus, non si corregge e va avanti nell’indifferenza dei presenti: “Vorrei che questa città – è la conclusione del suo ragionamento – in qualche modo non perdesse questa sua ingenuità e questa sua passionalità”. Un dasse invece di un desse ed eccolo già sulla graticola. Il suo lavoro nei prossimi mesi ci dirà quanto, in realtà, il nuovo assessore può dare a Milano. Basta che non si impunti sulla questione dei graffiti, solo per partito preso contro la “fissazione” del suo scomodo predecessore. (G.M. per NL)