Roma – Il Governo ha deciso che gli italiani in regola con il canone RAI potranno acquistare televisori dotati di decoder integrati per il DTT, la tv digitale terrestre, detraendo l’importo dall’IRPEF. Ieri è stato inserito un emendamento ad hoc nella legge Finanziaria, in discussione in questi giorni in Parlamento. Immediata la reazione dei consumatori.
Secondo MDC, Movimento Difesa del Cittadino, gli incentivi lasceranno al cittadino “la scelta sulla piattaforma tecnologica. Ciò permetterà uno sviluppo importante delle nuove tecnologie spingendo anche i fornitori di contenuti a proporre ai telespettatori programmi più interessanti e più intelligenti”. MDC ricorda che negli ultimi anni si è battuto contro la Legge Gasparri “che ha regalato ai produttori di decoder per il DTT contributi statali pari a circa 220 milioni di euro in due anni e che garantiva sulla nuova tv digitale terrestre un nuovo monopolio (Rai, Mediaset e La7)”.
Antonio Longo, presidente di MDC, sostiene in una nota che “finalmente pare che il governo si stia muovendo verso i cittadini, favorendo nello stesso tempo il passaggio del Paese alle tecnologie digitali più ampiamente intese (satellitare, terrestre, banda larga, UMTS)”. Secondo MDC, questi sviluppi dovrebbero indurre la RAI ad accelerare sul fronte del DTT “che la vede clamorosamente in ritardo, sia per quanto riguarda la copertura del segnale che per la novità dei contenuti”.
La vede in modo decisamente diverso il segretario generale di Adiconsum, Paolo Landi, che in una lettera al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni si dice preoccupato per la metodologia seguita fin qui nella transizione al DTT. Secondo Adiconsum i nuovi incentivi all’acquisto sono “una ulteriore conferma di questa metodica che non affronta i problemi che oggi hanno i consumatori che già sono in possesso di dispositivi atti alla fruizione del digitale”.
L’associazione dei consumatori rileva il rischio per molti di rimanere senza televisione, in quanto la definizione delle regole per la tv digitale è prevista entro il 28 febbraio ma già dal primo marzo 2007 in Sardegna e Valle D’Aosta verranno chiuse tre reti analogiche. “Diventa quindi impellente risolvere la questione del marchio Digital Ready immediatamente – spiega Landi – per dare la possibilità, oggi, ai produttori, di mettere al più presto in commercio prodotti conformi alle vere necessità dei consumatori”.
Il motivo è semplice, secondo Adiconsum, in quanto “la tanto auspicata neutralità tecnologica infatti, al momento è solo teorica”. “Con il ricevitore satellitare – spiega Landi – è oggi impossibile vedere i canali in chiaro attualmente trasmessi in analogico, perché alcuni programmi Rai e Mediaset, non disponendo dei diritti per l’estero, sono obbligatoriamente criptati; La7 e MTV sono invece visibili esclusivamente agli abbonati Sky”.
Ciò significa che il consumatore che desidera utilizzare la Tv digitale in chiaro è obbligato a dotarsi del solo decoder terrestre che però, a causa dell’attuale scarsa copertura del segnale digitale, diventa spesso inutilizzabile. “Senza regole – osserva Landi – un sintonizzatore digitale terrestre solo “zapper”, renderebbe i nuovi televisori meno avanzati, tecnologicamente, di quelli analogici, perché impedirebbe, per esempio, la realizzazione del televideo e di tutte le altre informazioni accessorie che il digitale “Full DTT” può offrire”. In buona sostanza, sottolinea Adiconsum, lo spegnimento del segnale analogico si potrebbe tradurre in una cessazione, parziale o totale, del servizio televisivo.
Adiconsum chiede quindi a Gentiloni di accelerare al massimo l’emanazione del decreto relativo alle caratteristiche tecniche degli apparati per la ricezione della Tv digitale, in modo che sia possibile consentire all’industria la messa in vendita degli apparati che soddisfino il marchio “Digital Ready” per il primo Gennaio 2007, e consentire ai consumatori delle aree “All digital” di essere pronti allo switch-off il 1 Marzo 2007, “senza alcuna ripercussione”, sottolinea l’Associazione.