Dopo la tormentata vicenda degli Ispettorati territoriali del Ministero delle Comunicazioni che da mesi chiedono soldi alle emittenti per interventi in conto terzi che poi non eseguono (perché i versamenti sui c.c. della Tesoreria Provinciale dello Stato non tornano nelle loro casse, prendendo evidentamente altre direzioni della spesa pubblica, sicché gli organi periferici – e con loro le emittenti che hanno effettuati i pagamenti richiesti – rimangono a bocca asciutta…) ed in attesa che sulla questione faccia inevitabilmente luce la magistratura individuando ed addebitando precise responsabilità, affrontiamo un’altra splendida perla settoriale.
La FRT (Federazione Nazionale Radiotelevisioni) fa sapere che “tra le altre misure contenute nei nuovi emendamenti del Governo alla legge finanziaria vi è la possibilità per l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al fine di perseguire il migliore espletamento dei propri compiti istituzionali, di aumentare la propria dotazione di organico di personale fino al 25% in più. Per non gravare sul bilancio dello Stato è previsto l’utilizzo delle risorse assicurate dal contributo annuale per il funzionamento all’Autorità stessa, posto a carico delle imprese della comunicazione e destinato quindi con ogni probabilità ad aumentare in misura di una certa consistenza”. A riguardo della nuova performance dei nostri politici, la FRT osserva giustamente come “Con l’introduzione di tale disposizione, oltre che a imporre ulteriori aggravi a carico delle imprese del settore, si corre il rischio di rendere sempre più stretta la dipendenza economica tra controllore e controllato”.
Insomma, la nuova legge Finanziaria più che ospitare correttivi per un migliore funzionamento del nostro paese assomiglia sempre di più ad un ricettacolo di contraddizioni, malintesi, brutture e storture.
Altro che “Paese impazzito”; qui ad essere insane pare siano soprattutto le medicine che si pretende di somministrare al paziente per favorirne la guarigione. O la dipartita.