Sia pure fra molte critiche e qualche riserva, il disegno di legge per la finanziaria 2007 prevede, infatti, un aumento dei contributi statali annuali destinati alle imprese radiotelevisive locali di 30 milioni di euro. In particolare, si passa da 98,678 milioni di euro a 128,678 milioni di euro. Tale somma verrà attribuita per il 90% al comparto televisivo e per il 10% a quello radiofonico. Soddisfazione per tale stanziamento è stata espressa dai rappresentanti delle maggiori associazioni del settore (principalmente Frt ed Aeranti). Compiacimento per il provvedimento è stato esternato anche da Guido Salerno, direttore generale della Fondazione Ugo Bordoni, l’ente a cui la legge n. 3/2003 assegna la supervisione tecnica delle attività di sperimentazione delle trasmissioni digitali terrestri e di servizi interattivi. Un certo ottimismo, inoltre, regna anche nel mondo dell’editoria musicale soprattutto per via della previsione di un credito d’imposta fino a 100 mila euro per le spese di produzione, sviluppo e promozione di opere fonografiche e videoclip di artisti emergenti. Tuttavia, una serie di riserve sono state manifestate dalla Fieg (Federazione italiana editori giornali) che annuncia di attendere la pubblicazione ufficiale del testo di legge per esprimere un parere definitivo. Fortemente critica, invece, Mediacoop, l’associazione nazionale delle cooperative editoriali e di comunicazione. Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop, lancia infatti l’allarme – raccolto anche in un articolo di ItaliaOggi pubblicato il 4 ottobre scorso – per quelle norme della legge finanziaria che metterebbero in serio pericolo le piccole realtà dell’editoria cooperativa cosiddetta no profit. Per Grassucci, infatti, si tratta di un mondo ormai destinato a soccombere. “Non solo la Finanziaria – dichiara Grassucci nel citato articolo di ItaliaOggi – non risolve il problema delle risorse stanziate per il 2006 e il 2007, che sono rispettivamente deficitarie di 45 e 95 milioni di euro. La questione più importante – prosegue Grassucci – è che con la cancellazione dei diritti soggettivi gli editori non saranno più in grado di certificare i propri bilanci per via dell’incertezza che grava sul capitolo sovvenzioni. Di conseguenza, non solo diverrà impossibile accedere alle graduatorie per ricevere i contributi, ma si mineranno anche i rapporti di questi soggetti economici con le banche che, senza garanzie, non saranno più disposte a concedere le liquidità con le quali si sopperiva alla distribuzione differita degli aiuti statali”. (Vito Scelsi per NL)