A circa 20 giorni dall’inizio dello switch-off della complicatissima Area Tecnica 3 le certezze stanno a zero.
Agcom ha tardivamente licenziato il piano di assegnazione locale, accogliendo in piccola parte le richieste delle locali. Queste ultime, un centinaio (tra grandi, piccole, minuscole, e semivirtuali), improbabilmente troveranno lo spazio radioelettrico a cui ambiscono. Cosicché, salvo che il TAR, accogliendo (in sede cautelare) uno dei tantissimi ricorsi contro il PNAF, ne sospenda l’attuazione (e allora lo s.o. potrà al più avere luogo sui canali attualmente eserciti, con buona pace del dividendo), per accontentare tutti (e quindi non soddisfare nessuno appieno), la mappatura radioelettrica digitale dell’AT3 sarà disseminata da consistenti riciclaggi frequenziali. Il medesimo canale dovrà infatti assegnato più e più volte a soggetti diversi, anche e soprattutto su aree ristrettissime, con gli esiti interferenziali facilmente prevedibili. E tutto ciò per la felicità degli utenti e degli operatori, che poi, come è stato da venti anni a questa parte, dovranno cercare di risolvere i casini del solito legislatore pasticcione.