Parbleu! Sembra che molti abbiano scoperto che non conviene più vendere gli impianti FM…
Fatto (dato di): dal 2009 in poi gli impianti in modulazione di frequenza hanno iniziato a perdere valore (fenomeno pure certificato dall’Agcom). Prima per via della più grande crisi economica che abbia toccato l’umanità industrializzata dal 1945; poi, dopo la (pur modesta) progressiva ripresa economica (quindi dal 2015 in avanti), per ragioni di natura tecnologica, legate all’avvento di nuove piattaforme distributive, nella proiezione del vettore unico, ovviamente IP.
Come abbiamo più volte scritto, l’FM finirà con ogni probabilità entro il 2030 per morte naturale, intesa come inutilità a mantenere in esercizio la maggioranza degli impianti per insufficienza di utenza che ne giustifica i costi (esattamente come avvenuto per le Onde Medie).
Fatto: secondo le più elementari regole economiche, i prezzi dei diffusori FM si sono tarati sulla proiezione di azzeramento del loro valore entro tale termine temporale, registrando un calo (per ora) costante nell’ordine del 10% annuo.
Fatto: esito altrettanto prevedibile di questa ulteriore oggettività è che, raggiunta una certa soglia di minusvalore, non è più conveniente alienare impianti posti in favorevoli condizione di illuminazione (per bacino demografico e commerciale). Il raggiungimento del punto critico è costituito dal superamento della valutazione dell’impresa editoriale nel suo complesso rispetto all’asset impiantistico. Raggiunto siffatto momento economico, è più logico dare in gestione (termine col quale si vuole sottendere contratti atipici) l’emittente, tenuto conto dell’analogo e opposto ragionamento posto sull’altro lato dell’offerta.
Lì, l’interessato a lanciare un nuovo prodotto editoriale, logicamente multipiattaforma, non trova ragione industriale nell’acquistare un bene/azienda con una proiezione di ammortamento inferiore ai termini temporali tipici. Ergo, una delle due parti dovrebbe commettere un azzardo economico (svendere o acquistare a fronte di una proiezione temporale di estinzione dell’investimento incompatibile col trend di mercato).
Fatto: l’incontro di queste esigenze corrispettive porta all’affermazione, sempre più diffusa, di particolari contratti, come detto atipici, di gestione editoriale/commerciale delle emittenti FM. Che altro non sono, ancora una volta, che la dimostrazione dell’incredibile capacità del medium radiofonico di adattarsi ai cambiamenti. Fatto!