“La radio svolge un ruolo importante nel contrasto delle fake news”.
Così mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, nell’ambito del convegno intitolato ‘Il giornalismo al tempo delle Fake News. La frontiera della radio’, tenutosi nella mattinata a Milano in occasione del Prix Italia.
Secondo Viganò la Radio è uno strumento che dispone di una forte “agilità produttiva” che gli consente “una straordinaria immediatezza narrativa” tenuto conto che “basta un microfono o un telefono per andare in onda”. Una conformazione che permette con tempestività di “aggiornare, approfondire e rettificare le notizie, sulla base di “una consistente credibilità da parte di giovani, ed è costantemente apprezzata dal mercato pubblicitario”.
Un medium utile per frenare il fenomeno delle fake news nel digital, per cui è indispensabile recuperare i rudimenti della professione giornalistica, mettendo “al centro la verifica delle fonti”, considerato che “solo i giornalisti sono in grado di agire su questo versante”, posto che intervenire sugli “algoritmi non basta”. A patto che anche gli utenti cambiano la loro relazione con i social: “si tratta di recuperare il senso critico evitando di cliccare e di condividere qualsiasi contenuto senza averlo letto con attenzione”.
Quanto al livello qualitativo della radio italiana, secondo Viganò si ha a che fare con una “consolidata autorevolezza” maturata sia sul fronte pubblico sia su quello privato. Relativamente a quella pontificia invece, i giornalisti di Radio Vaticana sono da sempre “abituati ad uno scrupoloso controllo delle notizie”, circostanza che “agevola uno standard qualitativo elevato che oggi è richiesto a qualsiasi team editoriale”, nell’intento di “proiettare questo approccio nell’ambito della riforma dei media voluta da Papa Francesco declinandolo all’interno dei nuovi modelli di produzione multimediali in corso di implementazione”. (E.G. per NL)