L’ambizione di Mark Zuckerberg si estende alla Cina: al fine di raggiungere un miliardo di “amici”, il social network punta ad entrare nel web cinese.
La società californiana, nel mese di aprile (secondo il portale cinese Sohu) ha stretto un accordo con Baidu, leader dei motori di ricerca cinese quale escamotage attraverso il quale soddisfare l’interesse nei confronti della Cina. Oggi l’86% delle richieste degli utenti cinesi passa attraverso il filtro e i servizi di Baidu. Infatti, la sfida mira ad ottenere dal paese la proliferazione della popolazione del social network, ma l’euforia, subito raffreddata dalla fitta rete di controlli, impedisce l’insinuazione del Facebook nel mercato. La mano severa dei controlli frena anche Twitter e YouTube, rivelandosi la politica base per la gestione della Cina, nella quale ciascuna società della Silicon Valley ha il rispettivo sosia o clone già ben insediati nei segmenti della rete. La difficoltà di conquistare un posto nella rete cinese stimola l’interesse e rende l’obiettivo tanto arduo quanto allettante, nonché movente sul quale fondare la strategia di risultato. La realtà locale appare alquanto dura, in quanto irrigidita dal sistema della censura che ostacola e congela ogni tentativo di espansione, come nel caso di Google, annientato dallo stesso colosso Baidu, che gode di un fatturato 2010 pari a 1,19 milioni di dollari. La concorrenza è feroce, e ha già segnato le sue vittime: eBay ha dovuto arrendersi di fronte alla supremazia di Taobao, che controlla il 75% del commercio on line della regione e Twitter si scontra con Weibo, oggi in possesso del 56% del mercato locale del microblogging. Il passato insegna, ma non spaventa Mark Zuckeberberg pronto a sfidare le insidie degli “alter ego”: da Renren, appena debuttato alla borsa di New York, a Tencent creatore del popolare programma di instant messaging in Cina (QQ). Il mercato cinese è in continua proliferazione: 3,7 miliardi di dollari nel 2010 e la previsione di un raddoppio entro il 2013 della pubblicità on line. Una ricchezza dinamica al suo interno, ma sicuramente statica agli occhi delle società estranee: l’accesso è tanto una risorsa, quanto una battaglia quasi impossibile. I cloni cinesi così ben posizionati all’interno del mercato, trasformano la concorrenza in una vera e propria lotta impari, che Facebook ha deciso di combattere. La partnership con Baidu, indipendentemente dalla sua buona riuscita, è sicuramente il primo step verso l’obiettivo, seguito dall’apertura a febbraio degli uffici commerciali ad Hong Kong, affinché la regione possa sentire la presenza fisica del social network. La determinazione paga e, forse, vince sulla concorrenza di un mercato immenso. (C.S. per NL)