Anno d’oro questo 2010 che si sta chiudendo per Facebook: il suo fondatore Mark Zuckerberger è stato eletto “uomo dell’anno” dal Time.
Ma soprattutto sono i numeri da capogiro che decretano il successo di questo social network : 500 milioni di iscritti, di cui 16 milioni sono in Italia; milioni di persone che aggiornano il proprio status quotidianamente, ecc. ecc. Eppure, paradossalmente, secondo alcuni c’è pericolo di crisi, di fuga di utenti. Facebook è diventato il “passatempo” preferito da molti, anche durante le ore di ufficio; ed ecco che le aziende corrono ai ripari installando programmi che lo oscurino. C’è già chi parla di dipendenza ( come è stato, e tuttora è, anche per il cellulare … Beati i tempi quando Fantozzi era solo videodipendente …). Si dice che Facebook sia disumano, che banalizzi il concetto di “amicizia”. Sarà. Ma le aziende, e questa è una notizia controcorrente rispetto a quanto detto, fanno sempre più uso di social network come Facebook. Per scoprire i “lati oscuri” del candidato ad un colloquio di lavoro, quei dati che un curriculum neutro non può rivelarti. Una puntatina sul profilo del prossimo impiegato da assumere farà scoprire a chi è addetto alla selezione del personale, gusti, tendenze, scelte politiche e sessuali, religiose e sportive del candidato Una vera “soffiata”, quindi. E addio alla privacy. Questo fa nascere, d’altro canto, anche una maggiore consapevolezza, un’attenzione nuova da parte degli utenti nella scelta di ciò che si vuole rendere di pubblico dominio. Insomma : si può essere schiavi di internet, vittime del pc, ma anche protagonisti consapevoli. (A.V. per NL)