Cosa potrebbe fare il proprietario di un sito di social network da 100 milioni di visitatori al giorno, 70 milioni di contatti (di cui 67 milioni sono utenti attivi), un fatturato da 150 milioni di dollari e 450 dipendenti? Nient’altro che trovare il modo per trasformare tanta materia prima in qualcosa di incredibilmente redditizio. È ciò su cui riflette da tempo Mark Zuckerberg, fondatore ed amministratore delegato di Facebook, che sebbene sia considerato un genio (naturalmente maligno per il Wall Street Journal) ed uno dei più giovani miliardari al mondo (ha solo 23 anni) sembra non essere sufficientemente autonomo nel processo di amministrazione del suo regno online. Motivo per il quale, dopo aver “domato” Microsoft – il gigante di Redmond sembra non far più paura a nessuno – vendendogli solo l’1,6% di Facebook per circa 240 milioni di dollari, ha scelto di colpire il cuore di Mountain View, rubando a Google ciò che gli era più caro. Trattasi di Sheryl Sandberg (38 anni), un tesoro considerato inestimabile dalla stampa di tutto il mondo, la cui carriera è segnata da enormi successi, di cui la crescita esponenziale di Google degli ultimi dieci anni sembra essere la proverbiale ciliegina sulla torta. La Sandberg affiancherà il giovane Zuckerberg in veste di chief operating officer di Facebook, abbandonando così definitivamente la carica di vicepresidente delle attività online di Google, dove tra l’altro era stata fondamentale per il successo di programmi basati sulla pubblicità del web come AdSense e AdWord (da notare che lo sviluppo di questi software consentì, alla società californiana, di passare da 300 a 16 mila dipendenti, ndr). La mossa di Zuckerberg ha permesso a Facebook di ricevere ulteriori consensi e fondi: esattamente 60 milioni di dollari dal miliardario di Hong Kong Li ka-Shing e circa 15 milioni di dollari dai fratelli tedeschi Samwer. Questo è il potenziale economico che la Sandberg dovrà maneggiare per raggiungere in primis almeno un paio di obiettivi fondamentali: ottenere un fatturato di 300-350 milioni di dollari entro la fine del 2008 ed espandere Facebook in tutti i circa cento paesi che ne fanno utilizzo (in realtà sembra essere radicato, in modo del tutto irreversibile, solo nelle comunità in lingua inglese, con qualche sporadica eccezione per le versioni spagnola, tedesca e francese). Naturalmente, se pur suggerito in sordina, sarà fondamentale riuscire ad affrontare Google sul campo dell’operatività online. (Marco Menoncello per NL)