Dal 1° aprile 2010 (e chiariamo subito che non sarà un “pesce”) le emittenti locali vedranno allentata la morsa del regolatore sulla loro attività e potranno aspirare a contributi per l’evoluzione tecnologica.
Minore severità su pubblicità e sponsorizzazioni; quota di partecipazione al canone radiotelevisivo fino al 70% delle spese per le radio non commerciali; sovvenzioni per le nuove tecnologie digitali. Sono infatti queste alcune delle misure di bilanciamento e di adeguamento concorrenziale adottate a seguito del recepimento, da parte degli stati membri, della direttiva UE "Televisione senza frontiere" e dell’accordo sulla partecipazione al programma comunitario Media per gli anni 2007-2013, entrato in vigore il 1° dicembre 2009. Inizia così una nuova era per le emittenti locali, alle quali è giustamente riconosciuto un ruolo primario nel tessuto socio-economico-culturale. Peccato – per noi – che ciò avverrà nella previdente Svizzera, da sempre opportunamente attenta ai preziosi organi interni di informazione indipendente. In Italia, invece, tira tutta un’altra aria.