Che per noi Beppe Grillo abbia sfiancato crediamo non sia una novità per i lettori di questo periodico. Che abbiano anche sfibrato il suo amico Travaglio e le sue mezze verità, pure, come è facile appurare parlando con la gente, più che leggendo i giornali. Nondimeno, pur con mala voglia, ogni tanto, dobbiamo tornare su argomenti grillosi, quanto meno per far sorgere in qualcuno almeno il dubbio che non tutto quello che sostiene il profeta genovese della nuova era è sempre corretto.
A darci lo spunto per evidenziare l’ennesima “mezza verità” è, questa volta, il giornalista Marco Mele de Il Sole 24 Ore, che dal suo blog bacchetta, appunto, la “confusione” di Grillo sulla vicenda Europa 7 (tv fantasma di cui tutti gli italiani non riescono più a tollerare l’assenza dall’etere, mentre non vedono l’ora che Rete 4 finisca sul satellite).
Scrive Mele: “Non è vero che la Corte di Giustizia europea ha affibbiato all’Italia una sanzione di 350mila euro al giorno, addirittura retroattiva dal primo gennaio 2006. La Corte di giustizia europea ha pronunciato una sentenza per rispondere al Consiglio di Stato, giudicando contrarie alle direttive comunitarie diverse leggi e regolamenti nazionali sulle frequenze televisive. Che, secondo alcuni giuristi, non solo andrebbero disapplicate subito ma anche retroattivamente, negli effetti prodotti sin qui”. Procede il giornalista economico: “La commissione Ue, ma è un’altra vicenda, ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia su alcuni aspetti della legge 66 del 2001 e della legge Gasparri che chiudono il mercato digitale ai soggetti senza frequenze analogiche. Non vi è ancora stato, ma è vicino, il rinvio a giudizio dell’Italia davanti alla Corte di giustizia e, se la Corte si pronuncerà affermativamente, qui arriverà la sanzione da 300mila euro al giorno”. Ineccepibile. Mele, poi, evidenzia, anticipando (il suo intervento è del 16/05) la polemica che pochi giorni dopo sarebbe esplosa a riguardo del famoso “emendamento salva Rete 4”, evidenziando come “una modifica della legge Gasparri può far decadere la procedura, se la Ue la riterrà sufficiente”. “Il Consiglio di Stato, a sua volta, deve decidere cosa fare sul caso Europa 7” – continua sul suo blog l’esperto de Il Sole 24 ore – “a seguito della sentenza della Corte di giustizia. Può decidere di risarcire Francesco Di Stefano e Europa 7 e, in questo caso, paga lo Stato e quindi tutti noi cittadini. Può decidere anche di mettere in causa lo Stato per far avere le frequenze a Europa 7. Non c’è appello, in questo caso, e la sentenza dovrebbe arrivare prima dell’estate”.Questa è informazione. Il resto valutatelo voi.