Contagiato da una crisi che attanaglia in maniera più che evidente sia la carta stampata che il piccolo schermo, il mercato della raccolta pubblicitaria si vede ora sorpassato dalle pay tv, i cui ricavi pare diventeranno la principale risorsa di sostentamento del settore, così da superare quelli ottenuti dagli spot nel corso del 2009. Questo è lo scenario prefigurato dal professor Augusto Preta per It Media Consulting nel suo VII rapporto annuale “Turning Digital” tenutosi a Roma. Si tratta di un rapporto che analizza l’andamento del mercato televisivo in 17 paesi, e che evidenzia il calo progressivo della pubblicità, già a partire dal 2008, con una crescita di appena lo 0,9% nel vecchio continente, rispetto al +4,7% del 2007, quando furono sfiorati i 90 miliardi di euro. Il -4,3% che riporta lo studio (per complessivi 35,9 miliardi) è il primo dato negativo dopo decenni di espansione del mercato. Diminuisce dunque la pubblicità, mentre la spesa dell’utente finale (abbonamenti e servizi a richiesta) diventa il volano per un intero settore con un +6,5 %, raggiungendo un valore di 34,3 miliardi. Una crescita però inferiore al 9 % del 2007. E’ la Tv digitale, continua il rapporto, ad ottenere le migliori performance: sono quasi due terzi ormai le abitazioni europee (circa 100 milioni con un tasso di crescita annuo di quasi 19 milioni) dotate di accesso alla Tv digitale, rispetto al 54 per cento del 2007. Un trend accelerato dagli switch off definitivi di Germania, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Paesi Bassi e Svizzera. L’IPTv, invece, registra incrementi interessanti: alla fine del 2008 vi erano 8.2 milioni di abitazioni abbonate a servizi via cavo, quasi la metà localizzate nella sola Francia. Molto bene il segmento della pay tv, per la quale l’avvento del DVB-T in Italia fa presagire ulteriori scenari di crescita, che pure hanno gia visto un incremento del 6,5%, pari ad un valore di 34,3 miliardi. Sky Italia, con i suoi 4,7 milioni di abbonati, risulta essere il secondo operatore di tv a pagamento in Europa dopo BSkyB. Guardando al futuro, il rapporto sottolinea, tra l’altro, come i broadcaster puntino sull’alta definizione per catturare nuovi abbonati. Le crescenti aspettative di migliore qualità audio-video e di contenuti interattivi, unite ad un costante calo dei prezzi degli schermi piatti HDTV, stanno spingendo la domanda verso pannelli di maggiore qualità, mentre la congiuntura ha indotto i consumatori a restare più tempo a casa davanti alla TV. In conclusione, tutti i nuovi e moderni vettori multimediali stanno sempre più guardando al web.2.0 ed all’alta definizione, come ad importanti strumenti di diversificazione del proprio business e di incremento di competitività, da sfruttare appieno quando il mercato riprenderà a crescere. (Paolo Masneri per NL)