Giovanni Negri, presidente Alg: “Siamo sempre stati mediatori, non censori”.
Ci scrive l’Associazione Lombarda Giornalisti a riguardo della incomprensibile decisione della Federazione internazionale dei giornalisti di espellere la branca israeliana affiliata all’Ifj. "La decisione sembra sia di natura amministrativa, legata al fatto che il sindacato israeliano si rifiutava di pagare le quote associative. Anche se questa fosse davvero la motivazione ufficiale non è comunque sufficiente per giustificare un atto contro il pluralismo e la libertà di opinione sempre difesi da tutti i giornalisti italiani. La situazione politica in Medio Oriente è delicatissima: occorrerebbero equilibrio, forte diplomazia, determinazione per porre fine a conflitti devastanti che durano da troppo tempo. E su questo terreno il ruolo della stampa è determinante. La nostra posizione è euroatlantica, con Israele e per la libertà del popolo palestinese: due popoli, due Stati. Per il momento sembra aver vinto l’ala radicale dell’Ifj che ha ottenuto l’unanimità nel prendere la decisione di espulsione, quindi anche con il voto del rappresentante italiano. Siamo a conoscenza del disagio e del dissenso dei giornalisti israeliani sulla “linea politica” dell’Ifj e che il non pagare le quote possa essere stato l’escamotage per uscire da un’organizzazione della quale non condividono le idee. Ebbene il “governo” della Federazione Nazionale della Stampa si è sempre saputo distinguere per interventi tesi ad allentare ad ogni costo le tensioni, le incomprensioni. E’ questo il ruolo che abbiamo sempre svolto. E assume alto profilo simbolico il fatto che mentre si espellevano (o si autoespellevano) i colleghi israeliani dall’Ifj, il segretario nazionale della Fnsi Franco Siddi, che rappresenta tutti i giornalisti italiani, si trovava a Dachau, dove ha reso omaggio alle vittime dell’olocausto e ha in programma a breve una giornata di lavoro e di studio con i colleghi degli organi di stampa delle comunità ebraiche. Noi non confondiamo il ruolo dei giornalisti con i poteri degli Stati perché siamo per una vera libertà di stampa".
Ci scrive l’Associazione Lombarda Giornalisti a riguardo della incomprensibile decisione della Federazione internazionale dei giornalisti di espellere la branca israeliana affiliata all’Ifj. "La decisione sembra sia di natura amministrativa, legata al fatto che il sindacato israeliano si rifiutava di pagare le quote associative. Anche se questa fosse davvero la motivazione ufficiale non è comunque sufficiente per giustificare un atto contro il pluralismo e la libertà di opinione sempre difesi da tutti i giornalisti italiani. La situazione politica in Medio Oriente è delicatissima: occorrerebbero equilibrio, forte diplomazia, determinazione per porre fine a conflitti devastanti che durano da troppo tempo. E su questo terreno il ruolo della stampa è determinante. La nostra posizione è euroatlantica, con Israele e per la libertà del popolo palestinese: due popoli, due Stati. Per il momento sembra aver vinto l’ala radicale dell’Ifj che ha ottenuto l’unanimità nel prendere la decisione di espulsione, quindi anche con il voto del rappresentante italiano. Siamo a conoscenza del disagio e del dissenso dei giornalisti israeliani sulla “linea politica” dell’Ifj e che il non pagare le quote possa essere stato l’escamotage per uscire da un’organizzazione della quale non condividono le idee. Ebbene il “governo” della Federazione Nazionale della Stampa si è sempre saputo distinguere per interventi tesi ad allentare ad ogni costo le tensioni, le incomprensioni. E’ questo il ruolo che abbiamo sempre svolto. E assume alto profilo simbolico il fatto che mentre si espellevano (o si autoespellevano) i colleghi israeliani dall’Ifj, il segretario nazionale della Fnsi Franco Siddi, che rappresenta tutti i giornalisti italiani, si trovava a Dachau, dove ha reso omaggio alle vittime dell’olocausto e ha in programma a breve una giornata di lavoro e di studio con i colleghi degli organi di stampa delle comunità ebraiche. Noi non confondiamo il ruolo dei giornalisti con i poteri degli Stati perché siamo per una vera libertà di stampa".