ERO: i ricevitori cambiano il modo di gestire lo spettro

Lo European Radiocommunications Office ha appena pubblicato un report che cerca di fare il punto su come le nuove tecnologie di progettazione dei ricevitori possono impattare la politica di gestione dello spettro


(Radio Passioni) – Per molti anni, l’uso delle risorse frequenziali è stato condizionato dai limiti degli apparati riceventi, in particolare la loro capacità di “selezionare” la frequenza giusta, evitare le interferenze dalle frequenze vicine, resistere alla saturazione determinata dalla presenza di campi elettromagnetici di forte intensità anche in finestre spettrali molto ampie. Ma questi limiti sono drammaticamente cambiati nell’era della nuova circuiteria analogica e soprattutto nell’era della software defined radio e della radio cognitiva. I gestori dello spettro, sostiene l’ERO, devono tener conto di questi cambiamenti per consentire un uso diverso delle radiofrequenze. Un uso molto più libero e, se vogliamo, aperto e “democratico”.
Un po’ la scoperta dell’acqua calda, lo so. Ma è normale che i regolatori arrivino in ritardo sulle tecnologie. L’importante è che prima o poi ci arrivino. Andate a scaricare il testo del report, il numero 127, e i documenti correlati su questa pagina del sito ERO.

ECC Report 127
“The impact of receiver standards on spectrum management”

Executive Summary

This study was initiated by a decision of the ECC’s Krakow meeting in March 2007 to consider the impact of receiver performance on spectrum management.
The document begins by setting out technical and regulatory background to the issues, with some references to their underlying economic relevance.
Some groups within the CEPT and ETSI have been consulted to identify examples of where poor receiver performance, or spectrum planning on the assumption of poor receiver standards, has given rise to frequency management problems.
Typically these are lost opportunities to develop new services to their full potential, or at all, or else the constraints to existing services caused by interference. The hypothesis underlying the study is that by applying more demanding requirements for receivers, backed by an appropriate regulatory framework, an overall economic benefit might be obtained.
This study is only the first step of a process to test the hypothesis.
The study has revealed several cases where it would have been possible to make a significant difference to an outcome in spectrum management if the treatment of receiver performance, and particularly the application of receiver parameters, had been different. Historically the extent of technical benefit or disadvantage has not been quantified, and so the evidence available to this study is very limited in how it can be used. In particular, there is a lack of available impact analysis to determine whether and to what extent an alternative approach or alternative receiver parameters would have given a net economic benefit.
Improvements in technology allow for opportunities to improve spectrum management. This will be helped at a later stage if standards can play a role in licensing and/or consumer expectation when a service is first launched, in order to manage legacy protection issues at a later stage.

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