ERA ora!

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Si cambia passo, nelle indagini d’ascolto. Dopo tre anni difficilissimi per la società Tavolo Editori Radio, con un’escalation di tensioni interne ed esterne che avevano portato all’inimmaginabile, ossia l’uscita dal CdA dei consiglieri del promotore del TER stesso, cioè la RAI (che aveva avanzato addirittura domanda di recesso dalla condizione di socio), si volta pagina. Partendo da un’azione altamente simbolica.

Parliamo dell’adozione di un nuovo nome della società: ERA, acronimo di Editori Radiofonici Associati, a segnare la discontinuità con un nome diventato inviso ed incoerente col nuovo ruolo di socio di capitali della newcocostituita il 22/04/2024 con presidente Antonio Martusciello, docente di sociologia, ex commissario Agcom, esponente di Forza Italia con un passato prima in Sipra e poi in Publitalia ’80 -, che gestirà, sotto forma di JIC (Joint Industry Committee), la nuova indagine 2025 (Audiradio) insieme alle rappresentazione degli investitori pubblicitari (UPA – Unione Pubblicitari Associati) e dei centri media (UNA – Aziende Comunicazioni Unite).

Missione compiuta

Missione compiuta, quindi, per Roberto Sergio che, già prima di diventare a.d. RAI, si era proposto di riformare la rilevazione degli ascolti radiofonici.

L’escalation delle tensioni

Una posizione di contrasto, quella di Sergio, diventata via via più dura, con un’escalation di dichiarazioni nella direzione del sistema TER, ma anche del presidente (ora ex) Federico Silvestri.

Consiglieri richiamati

Dichiarazioni cui erano seguiti fatti eclatanti, come, prima, il disimpegno dei consiglieri RAI dal CdA TER, azione dal significato politico identico alla richiamata degli ambasciatori da parte di uno Stato, simboleggiante l’interruzione delle relazioni.

Fuori dal TER e dall’indagine

Ma anche della comunicazione di recesso di RAI dalla condizione di socia del TER e, soprattutto, della mancata iscrizione a TER 2024 della concessionaria pubblica; probabilmente il più destabilizzante dei segnali mandati da Sergio.

Distensione

Il ritorno in ERA, ex TER, dei consiglieri RAI Roberta Lucca, Marco Robbiati e Flavio Mucciante (insieme a Sergio tra i più fermi oppositori del modello d’indagine che si concluderà con l’anno 2024) è il segnale di una intervenuta distensione. Anche se, come vedremo tra poco, non tutti i nodi sono stati sciolti.

Le dichiarazioni di Mucciante di ottobre 2023

E non è un caso che la nomina dei nuovi consiglieri abbia coinciso con l’avvicendamento alla presidenza del TER (contestualmente ridenominato ERA), ricordando proprio le dichiarazioni di Flavio Mucciante (vice direttore di Radio RAI) di ottobre 2023, che avevano segnato il punto più basso delle relazioni tra RAI e TER.

La denuncia

“Sono anni che denunciamo l’inadeguatezza dell’indagine telefonica – aveva dichiarato Mucciante -. E oggi, nonostante la durissima presa di posizione dell’AgCom, apprendiamo che anche nel 2024 non avremo dati affidabili.

Dati drogati

Del resto – aveva caricato Mucciante – il presidente Silvestri, anche nella sua ultima dichiarazione, rilancia come un sorprendente risultato i 3 milioni di ascoltatori in più, registrati in un solo semestre, quando tutti sanno che quel dato è stato drogato da martellanti campagne di autopromozione e da un questionario obsoleto.

Rappresentanze

E poi – si chiedeva il vicedirettore di Radio Rai – come fa Silvestri a dire che TER rappresenta la quasi totalità delle componenti pubbliche della radiofonia italiana?

Chi vuole RAI fuori dai giochi?

Chi ha interesse a tenere fuori la Rai? Chi sceglie di investire su una rete del Servizio pubblico lo fa per un preciso posizionamento culturale e sociale.

La presenza di garanzia

La sola presenza della Rai al tavolo è garanzia di affidabilità”, s’interrogava il manager RAI oggi tra i neo consiglieri ERA.

Contrari a riedizione di TER 2023

“È di tutta evidenza che, in questo scenario, non possiamo prendere in esame una riedizione di TER – diceva Mucciante – ma saremmo pronti ad entrare subito in una nuova società per una nuova indagine, che abbia tutti gli elementi indicati da AgCom”.

Meter

Una ricerca “integrata con altri strumenti, anche di rilevazione passiva, come il meter. E non solo, come propongono alcuni, con l’ascolto digitale, che rappresenta ancora una percentuale troppo esigua rispetto al totale”.

Indagine senza RAI: è possibile?

“Radio Rai non può stare sul mercato senza ascolti, sostengono alcuni. Ma un’indagine seria – sottolineava Mucciante – non può prescindere dalla presenza delle reti del Servizio Pubblico.

Mucciante: Silvestri si dimetta

Cosa augurarsi, allora, in questo scenario, per il futuro della radio in Italia? Mucciante non aveva dubbi: “Che la presidenza di TER con un atto di responsabilità, che finora non c’è stato, prenda atto della bocciatura di AgCom, del fallimento delle scelte di questi ultimi anni, facendo un passo indietro, che consenta l’avvio di una fase nuova.

Fase nuova

Quella con una nuova società con editori, investitori e pubblicitari e una nuova Audiradio, alla quale Rai ha già manifestato la sua convinta adesione”. 

Come è andata

Ecco perché in apertura avevamo definito “Missione compiuta“, quella di Roberto Sergio. Che, senza se e senza ma, è il vincitore indiscusso di questa partita, come dimostrato, peraltro dal comunicato stesso di ERA all’indomani della costituzione del JIC Audiradio.

Ammissione di inadeguatezza

Una nota dove si è ammessa apertamente (anche troppo, secondo alcuni) la necessita di abbandonare “la struttura di MOC – ormai totalmente inadeguata dinanzi al processo di convergenza multimediale favorito dalla digitalizzazione dell’intera filiera dei contenuti – per approdare alla forma societaria indicata dall’Agcom come più idonea alla gestione delle ricerche finalizzate al mercato pubblicitario: il JIC (Joint Industry Committee), composto da editori (ERA, ex TER) e rappresentanti del mercato (UPA e UNA).

Spinta di tutte le componenti del mercato per la nuova Audiradio

Un risultato ottenuto attraverso l’impegno delle varie componenti del mercato e di Agcom, che ha sempre incentivato il – non più procrastinabile – passaggio al modello del JIC, in forza dei principi di correttezza e trasparenza nella rilevazione degli indici di ascolto, e attraverso la costituzione di un’organizzazione tale da assicurare la massima rappresentatività del settore nel rispetto di condizioni eque e non discriminatorie.

Innovazione

Un progetto di rilevazione che dovrà garantire per il prossimo anno una nuova ricerca metodologica nella rilevazione degli ascolti radiofonici, capace di garantire quel delicato equilibrio tra la necessità di dare continuità alla currency e l’esigenza di adottare una metodologia che prenda atto dell’irreversibile processo di digitalizzazione dei media e dei conseguenti cambiamenti strutturali che si stanno determinando nei comportamenti di consumo e nelle modalità di fruizione dei contenuti multimediali”, concludeva la nota.

L’ultimo nodo

Anche se, a dire il vero, come dicevamo, c’è ancora un nodo da sciogliere.
Parliamo della rilevazione elettronica, dove il metodo SDK ,che (come per primo aveva anticipato questo periodico l’anno scorso) sarà adottato per la componente non dichiarativa – che proseguirà col metodo delle interviste telefoniche CATI – della nuova indagine, non pare proprio essere quello ritenuto ideale dall’a.d. RAI. Che, siamo convinti, spingerà per l’integrazione di ulteriori sperimentazioni.

36 consiglieri

Ed è proprio su questo punto che, con ogni probabilità, si concentreranno le nuovi discussioni tra i ben 36 consiglieri. Di cui (per fortuna) solo la metà radiofonici.

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