La Treccani si trasforma in Enciclopedia “facile” e spalanca le porte alla conoscenza, ora per “tutti”. Una fruizione completamente diversa che permette di permeare varie forme del sapere, fungendo da filtro tra l’utente e altri nuclei di informazione, tra cui Wikipedia.
Ecco come 80 anni di lemmi certificati conquistano la rete, ed entrano gratuitamente nelle nostre case. È stata una mossa obbligata per l’Istituto italiano dell’Enciclopedia, che non poteva che cedere alle “avances” della tecnologia, portatrice di una nuova concezione di consultazione. La Treccani on line è una piattaforma aperta: un mosaico di fonti a disposizione dell’utente, il quale può toccare con mano, attraverso l’eccellenza dell’Enciclopedia, mille approfondimenti. Una collaborazione orizzontale che permettere il veicolare dell’informazione, ora non all’esclusiva mercè di istituzioni, biblioteche e pubblico di nicchia, bensì dell’intera popolazione. L’apparente paradosso trova la sua immediata giustificazione nel progetto di ampliamento della divulgazione, che annulla ogni confine “discriminatorio” (sul piano economico), partendo proprio dalla ricchezza del sapere, ora a costo zero. La scelta di sposare una nuova dimensione del sapere non è esente da polemiche. Infatti, la sfiducia, soprattutto di vecchi professori, nei confronti del mondo del web è evidente, ma non è altro che l’ostilità nei confronti del panorama contemporaneo sempre più complesso e altalenante. Stare al passo con l’innovazione, però, significa correre il rischio di adattarsi alle diversità fino a soddisfarle, a costo di mettere in pericolo le tradizionali fonti informative, come i quotidiani. La vita si è velocizzata, e nello stesso modo i bisogni non hanno più pazienza, pretendono un’interazione senza confini, barriere e tempi “morti”. L’idea si concretizza in un istante: la Treccani, con l’aiuto di Wikipedia, sarà la chiave dell’istruzione, un occhio sul mondo e occasione di ricerca. Infatti, l’Enciclopedia gode anche di una Web Tv dedicata agli approfondimenti, di una rassegna stampa internazionale potente e del progetto (per il futuro) di lezioni private a pagamento con i tutor dell’Istituto. L’offerta è ricca, dal dizionario all’e-learning: non ci sono scuse per l’ignoranza. È doveroso, quindi, creare un “facile” accesso alla cultura per combattere l’inerzia della mente, oggi priva di stimoli e riconoscimenti. L’eredità del nostro paese è un pesante e prezioso fardello, oggi però malato di disinteresse. La soluzione è, quindi, “mettere” il sapere sotto il naso dei giovani. Con un click forse l’interesse sì “risveglia”. (C.S. per NL)