Tavolo di confronto per la valutazione delle misure di intervento con il Sindacato dei Giornalisti, le altre organizzazioni dei lavoratori e le imprese.
La Regione Sarda apre formalmente un tavolo di crisi per far fronte alle difficoltà del sistema televisivo regionale. La Giunta Regionale ha decretato lo stato di crisi del settore nell’isola e ha dato mandato all’Assessore al Lavoro Franco Manca di presiedere il tavolo con l’obiettivo “di predisporre un organico”, con “un programma di interventi, anche finanziari” che consentano di “superare l’attuale stato di difficoltà” a sostenere l’occupazione nelle emittenti televisive. Già a dicembre la Regione Sarda aveva accertato la “pesante riduzione dei fatturati” legata al calo di entrate pubblicitarie “e anche alla più generale situazione di crisi economica”, dopo l’allarme per il pluralismo e l’occupazione giornalistica lanciato dall’Associazione Stampa Sarda. In alcune televisioni locali (a Olbia e a Sassari) è già stato necessario ricorrere a negoziati e intese per introdurre ammortizzatori sociali, allo scopo di evitare repentine chiusure dell’attività. Soffrono di più le Tv di territorio ma, dopo il definitivo assestamento del digitale terrestre e l’occupazione delle frequenze da parte di soggetti commerciali nazionali sbarcati anche con sigle territoriali, la torta pubblicitaria, risorsa principale del sistema, è aggredita anche da operatori che poco o nulla hanno a che vedere con il pluralismo dell’informazione ma competono sul terreno economico. Le conseguenze più critiche sono per le televisioni locali che hanno puntato sull’informazione e che trovano difficoltà a sostenere una adeguata organizzazione editoriale. Con le misure decise dalla Regione Sardegna, il tavolo negoziale che si potrà aprire ora con l’Assessore al Lavoro sarà volto a valutare, nel confronto anche con il sistema delle imprese e con i Sindacati (in prima fila quello dei giornalisti), le reali criticità aziendali e la misura degli interventi di sostegno che, in primo luogo, dovranno essere rivolte a salvaguardare l’occupazione professionale. (FNSI)