“Ti aspetto sabato alle 14 a Roma Circo Massimo. Un grande corteo fino a San Giovanni per difendere la libertà e la democrazia. Silvio Berlusconi".
Questo il contenuto degli sms che hanno invaso i cellulari, privati e aziendali, degli elettori, al fine di invitarli alla manifestazione organizzata per questo pomeriggio dal Capo del Governo Silvio Berlusconi. Il tutto – viene evidenziato da repubblica.it – senza aver ottenuto preventivamente il consenso dei destinatari all’invio del messaggio. Quanto alle e-mail, sono state recapitate sulla posta aziendale messaggi di contenuto analogo, ma più esteso dove si spiega che "Noi scendiamo raramente in piazza. Ma – come dicono a Roma – quando ci vuole, ci vuole. E questa volta è doveroso farlo per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia". Secondo quanto riportato dal quotidiano romano, attraverso i messaggi di posta elettronica viene anche denunciato "un gioco sempre più scoperto e sempre più pericoloso che vede alleati la sinistra, i suoi giornali e i magistrati politicizzati di sinistra. Si sono inventati una tangentopoli che non c’era e non c’è. Hanno provato a schizzare del fango anche sul miracolo che abbiamo realizzato in Abruzzo. Hanno cercato di estromettere le liste del Popolo della libertà in Lombardia e nel Lazio, dando la colpa ai nostri delegati che invece non hanno nessuna colpa, per poter vincere la partita elettorale chiudendo la squadra avversaria negli spogliatoi con l’aiuto di un arbitro amico”. La vicenda parrebbe configurare una violazione delle raccomandazioni che il Garante della privacy si era preoccupato di divulgare lo scorso 24 febbraio sul proprio sito, nel quale aveva informato i cittadini dell’approvazione di un apposito provvedimento (G.U. del 22 febbraio, n.43) sulle misure in materia di propaganda elettorale relative alle elezioni amministrative del 28 e 29 marzo, ed aveva ricordato a partiti politici e candidati le corrette modalità di utilizzo dei dati personali dei cittadini (es. indirizzo, telefono, e- mail etc.). In particolare, il Garante ha stabilito, tra l’altro, la necessità del consenso degli interessati “per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax”, nonché la possibilità di utilizzare “i dati degli abbonati presenti negli elenchi telefonici accanto ai quali figurino i due simboli che attestano la disponibilità a ricevere posta o telefonate”. E proprio giovedì scorso la stessa Autorità, alla luce delle segnalazioni ricevute in ordine a pubblicità elettorale telefonica, è dovuta intervenire, con apposito comunicato, ricordando “ancora una volta, a partiti politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati che non è possibile contattare telefonicamente i cittadini che non abbiano espresso un preventivo consenso ad essere chiamati”. La lotta contro gli sms di Berlusconi diventa anche politica e si sposta in parlamento. Come riportato da Adnkronos, il capogruppo alla Camera di Idv, Massimo Donadi, ha infatti annunciato che il partito ha presentato un’interrogazione “per sapere chi paga gli sms" che stanno raggiungendo "migliaia di persone e che sono firmati da Silvio Berlusconi" che "molesta gli italiani". “(…) vorremmo sapere – ha dichiarato Donadi – da dove hanno preso i numeri di telefono, se tutte le persone raggiunte hanno dato il loro assenso e se questi sms non configurino una violazione della legge”. (Daniela Asero per NL)