Sempre consistente la “squadra” dei giornalisti che, in tutti i partiti, si buttano in politica. E c’è chi, ormai, lo fa di professione.
Giornalismo e politica, la sottile linea rossa. C’è chi fa politica facendo il giornalista e chi, nella società dell’informazione, fa giornalismo facendo politica. Il legame tra questi due mondi è sempre stato e sempre sarà stretto, a volte troppo stretto da sovrapporsi, perché la politica ha bisogno del giornalismo e, brutto a dirsi ma è così, il giornalismo ha bisogno della politica. Non solo in Italia, ma in Italia soprattutto. È tempo d’elezioni, dopo soli due anni, tanto parlare, pochi fatti e tanti, infiniti, tentativi da parte dell’opposizione di far cadere il governo, le elezioni sono alle porte. Alla fine a far cadere il governo c’ha pensato un dubbio harakiri dell’ex ministro Mastella, una sorta di cavallo di Troia all’interno della coalizione al potere. Giornalismo e politica, dicevamo. Come sempre, infatti, è lunga la lista dei giornalisti che hanno visto il loro nome inserito nelle liste elettorali. E altrettanto lunga è la lista di coloro, senza santi in paradiso, che invece dovrà accontentarsi di restare a fare il giornalista. Partiamo dal centro-destra (anche se si presenta in solitario) con l’abortista convinto Giuliano Ferrara, che dell’antiabortismo ha fatto la sua ragione politica. Tanti i giornalisti compagni di “battaglia” di Ferrara, come Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi, Giuseppe Sottile, capo dell’inserto del sabato del Foglio, Andrea Marcenaro, corsivista di Panorama e del Foglio, Maurizio Crippa e Giulio Meotti, sempre del Foglio, Agnese Pellegrini, che ha lavorato per Avvenire e Osservatore Romano e come addetta stampa della Conferenza dei vescovi abruzzesi e molisani. La schiera dei giornalisti nelle file del Popolo delle Libertà vede tra i protagonisti principali Fiamma Nirenstein (editorialista del Giornale), Giancarlo Mazzuca (direttore di Qn, il Quotidiano Nazionale della Poligrafici Editoriale, e del Resto del Carlino), Giovanni Mottola (ex direttore del Tempo), Gabriella Giammanco (giornalista del Tg4), Renato Farina (detto anche ‘Betulla’ dal nome in codice nell’affaire Sismi-Cia) di Libero, Diana De Feo, giornalista del Tg1 nonché moglie di Emilio Fede. Nonché, ovviamente, il capofila Bonaiuti. Dall’altra parte, Veltroni interrompe il trend e decide di tagliare un po’. Al giorno d’oggi, si sa, i giornalisti non sono proprio ben visti in Italia. Illustri esclusi sono Peppino Caldarola, Paolo Gambescia e Kahled Fouad Allam, editorialista di Repubblica. Nelle liste, invece, l’animatore di Articolo21, Giuseppe Giulietti, nell’Italia dei Valori, il “solito” Furio Colombo nelle file del Pd, Mario Adinolfi, l’ex “Unità” Verini, per finire con l’ex braccio destro di Prodi, Silvio Sircana e l’ex sottosegretario all’Editoria, Ricardo Franco Levi. Senza dimenticare l’ottantaquattrenne Sergio Zavoli. Tra gli altri schieramenti, infine, Francesco Pionati, responsabile informazione dell’Udc, è confermato tra i candidati e in Sinistra Arcobaleno troviamo Rina Gagliardi, ex condirettore di Liberazione. (G.M. per NL)