Rispetto del diritto alla salute, difesa dall’inquinamento elettromagnetico, tutela del patrimonio ambientale, definizione dei criteri di localizzazione degli impianti.
Sono i capisaldi della nuova disciplina a cui sta lavorando la Regione Toscana in materia di antenne per radiocomunicazione. Ad illustrare la proposta di legge in commissione Territorio presieduta da Erasmo D’Angelis (Pd), peraltro gia’ licenziata dall’Esecutivo con il benestare dell’associazione degli industriali, e’ stata l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini. Tanti i punti toccati nel provvedimento a partire dalla localizzazione degli impianti (con potenza irradiata superiore a 5W e con potenza ERP superiore a 100W), di competenza delle Regioni, che deve essere ”compatibile con la funzionalita’ delle reti di telecomunicazione e di copertura del servizio”, ma che prevede anche divieti ben definiti. Tra questi, l’installazione su ospedali e scuole a meno che, per esigenze di servizio, soluzioni alternative siano peggiori in termini di impatto elettromagnetico. Su aree di interesse monumentale – paesaggistico invece, l’installazione e’ consentita solo con ”soluzioni tecnologiche che mitighino l’impatto visivo” mentre e’ favorito l’accorpamento degli impianti su strutture e siti comuni. Tra i criteri individuati la collocazione in ”zone non edificate” e ”prioritariamente in aree di proprieta’ pubblica”. Alla base della proposta di legge, il ”concetto di minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”, in armonia con il ”principio di precauzione”. Tra le novita’ piu’ interessanti, l’istituzione di un ‘Comitato tecnico per gli impianti’ e l’introduzione dell’inventario dei micoroimpianti. (ASCA)