Roma – L’annosa e dolorosa querelle legale che oppone gli abitanti della zona LaStorta-Cesano-Anguillara, nei pressi della capitale, e Radio Vaticana è forse ad una svolta: sarà effettuata una perizia tecnica che avrà il compito di stabilire se l’elettrosmog causato dalle onde elettromagnetiche emesse dalle potenti antenne dell’emittente radiofonica abbia un qualche genere di impatto sulla salute e, soprattutto, se possa essere messo in relazione con l’incidenza di tumori nell’area, considerata più elevata della media italiana. Ad essere preso in esame sarà anche il ruolo del centro di emittenza radiofonica della Marina, anch’esso localizzato a nord di Roma.
A decidere che l’indagine andrà fatta è stato il GIP Zaira Secchi della Procura della Repubblica di Roma, che da tempo segue la battaglia legale. Uno dei maggiori ostacoli all’effettuazione dell’indagine è stato quello economico: a sbloccare la situazione è intervenuto l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano. L’ente di ricerca ha infatti devoluto 80mila euro per consentire almeno l’avvio della perizia. Ma i fondi in realtà saranno coperti dal ministero della Giustizia, che si è impegnato a coprire ogni spesa al momento della consegna della perizia nelle mani del GIP.
Va da sé che il compito del ricercatore dell’Istituto milanese, Andrea Micheli, a cui è stato assegnato il coordinamento della perizia, è tutt’altro che facile: da lungo tempo in molti paesi si studia il possibile effetto dell’elettromagnetismo sulla salute umana ma è un tema difficile e fin qui quasi nessun scienziato si è espresso in modo categorico sulla pericolosità dell’elettrosmog prodotto da installazioni civili.
Dalla perizia dipenderanno dunque molte cose e molte potrebbero essere le conseguenze, anzitutto per le sei persone che sono formalmente indagate per omicidio colposo, ovvero personale di Radio Vaticana e ufficiali in servizio presso l’emittente della Marina.