Elettrosmog, Abruzzo: annullate le sanzioni del Comune di Pescara per le antenne di San Silvestro

Multe annullate e Comune condannato a pagare anche le spese legali alle televisioni e radio, nazionali e locali. E’ questa, allo stato, l’evoluzione giudiziaria dell’intricata vicenda delle antenne di San Silvestro, principale sito per l’illuminazione di Pescara, in Abruzzo.

Ne dà conto il quotidiano Il Centro, che, in un articolo del 4 gennaio, informa che "Per adesso, sono 6 le sentenze del tribunale di Pescara che raccontano l’ultima beffa per i residenti di San Silvestro, il quartiere disseminato di antenne fin dal 1952 quando, tra le case basse del colle, arrivò il primo ripetitore della Rai accolto come simbolo del progresso". D’altro canto, continua Il Centro, "Non è la prima volta che finisce così: per ora c’è un conto da più di 12 mila euro da pagare, così dicono le prime sentenze, perché le ordinanze di spegnimento degli impianti firmate nel 2012 dall’allora sindaco Luigi Albore Mascia sono state considerate sbagliate. Comune condannato a pagare, le sentenze sono una vittoria per i ricorrenti: le società locali Nuova Teleabruzzo Regionale di Lorenzo Spatocco, Rete 8 di Luigi Pierangeli, Edizioni Silvestri di Gino Silvestri proprietaria di Radio Ketchup e per quelle nazionali Telecom Italia Broadcasting e Mtv. Ma ci sono altre 8 cause pendenti tra il Comune e altre emittenti, compresa la Rai, che, quasi certamente, avranno lo stesso epilogo: ingiunzioni annullate e Comune costretto a pagare. Rebus autorizzazioni. Il caso, un altro capitolo della saga delle antenne, è intricato: l’inizio è un’attività della guardia di finanza che, nel 2011, ha scoperto la presunta irregolarità degli impianti per mancanza di autorizzazioni. Non è la prima volta che le forze dell’ordine controllano le emittenti che trasmettono da San Silvestro: è successo anche nel 2007 quando ha indagato la forestale scoprendo, con le misurazioni dell’Arta, il superamento dei limiti del campo elettromagnetico e arrivando, l’anno seguente, al sequestro dei ripetitori. L’attività della forestale ha innescato un processo ancora in corso: il dibattimento è cominciato nel 2010 e, da allora fino a oggi, si contano 9 udienze. La prossima è convocata per il 19 febbraio quando il reato contestato, getto pericoloso di cose, sarà prescritto anche se la difesa dei residenti vuole dimostrare che quel reato è sempre in corso e cioè che i limiti sono ancora superati come attestano le misurazioni dell’Arta del 2012 e del 2014. Ordinanze di Mascia. La finanza ha trasmesso i verbali al Comune e l’amministrazione Albore Mascia, quasi un anno dopo, ha disposto le ordinanze di spegnimento degli impianti per «attività di telecomunicazione e di radiotelevisione senza l’autorizzazione all’installazione degli impianti di emittenza». Scattate anche le multe alle emittenti tra 3.300 e 3.500 euro. Gli atti del sindaco hanno prodotto la reazione di televisioni e radio che li hanno impugnati al Tar di Pescara: i giudici amministrativi hanno annullato le ordinanze sindacali. Poi, Albore Mascia ha fatto ricorso al Consiglio di Stato raccogliendo però un’altra condanna: i giudici hanno bocciato l’iter seguito dal Comune. «Deve ritenersi illegittimo, quanto meno per eccesso di potere sotto i profili del difetto di motivazione e di istruttoria, il drastico e dirompente intervento del Comune», così è per il Consiglio di Stato, «a distanza di circa un anno dall’emissione dei verbali della guardia di finanza, in un contesto quanto meno tollerato da quasi un decennio dall’emanazione della legge regionale 45 del 2004». Multe stracciate. Come in preda a un effetto domino, l’ultimo passo sono le sentenze del tribunale di Pescara che hanno stracciato le ingiunzioni di pagamento del sindaco: il Comune non avrà i soldi delle sanzioni, anzi, dovrà restituire alle emittenti anche le spese legali, tra i duemila e i tremila euro l’una. Il Comune ha già avviato i pagamenti: alla fine dei conti, se ai tempi di Mascia l’amministrazione ha ipotizzato di incassare quasi 50 mila euro di multe, adesso, Alessandrini dovrà pagarne circa 30 mila di spese legali", chiude il pezzo del quotidiano abruzzese. (E.G. per NL)

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