C’è la mamma, c’è il papà e c’è la televisione: l’educazione familiare si confonde con l’intrattenimento, dando fiducia ai programmi televisivi, ormai padroni del tempo dei bambini.
I genitori implicitamente passano il testimone alla tv, che con facilità cattura l’attenzione dei figli, e li incolla al divano: silenziosi ed “educati” spettatori dispensano i genitori da capricci e noia. Ma non sarà troppo importante questo mandato? E soprattutto la tv di oggi è all’altezza del compito affidatogli? A tal proposito una ricerca dell’Indiana University (Usa), pubblicata su “Media Psychology”, rivela l’azione e l’avventura (e non la violenza come riportava l’analisi precedente americana) essere i veri animatori e conquistatori della fantasia dei bimbi. La velocità delle immagini non è strettamente correlata alla violenza: come afferma Andrew Weaver, capo del team che ha effettuato l’analisi americana, la presenza o meno di scene violente non pregiudica la fedele visione del cartone animato. Per verificare la veridicità dell’analisi, i ricercatori hanno formato un gruppo di 128 bambini, fra i 5 e gli 11 anni maschi e femmine, a cui sono stati mostrate quattro versioni di cinque minuti di un cartone animato, creato per lo studio. Successivamente, ai piccoli è stato consegnato un questionario di gradimento: delle quattro versioni presentate, le prime due avevano sei scene di violenza e nove scene d’azione, mentre le ultime due versioni erano meno avventurose e aggressive. I bambini si innamorano dei colori, del movimento, dell’avventura, delle storie e dei personaggi eroici comuni, nei quali si immedesimano: una visione empatica che non può assolutamente indossare violenza, aggressività e rumore. Non solo la violenza non garantisce l’audience della tv dei piccoli, bensì snatura lo scopo educativo e ludico dei cartoni animati. Come è noto i figli assorbono da ogni fonte, e sicuramente la tv è sempre più l’amica quotidiana: occupa il tempo, distrae e accende l’immaginazione. È da questa concezione che i produttori dovrebbero disegnare il tempo libero dei piccoli, soddisfando i vari gusti, rispettando i genitori e costruendo quindi un mondo immaginario parallelo ma non così distante dalla realtà: un divertente ponte tra realtà e fantasia affinché il piccolo spettatore possa sognare, divertirsi, ma anche relazionarsi a ciò che accade e, nel caso di specie, senza familiarizzare con l’aggressività e la violenza. Il bambino, infatti, può arrivare a confondere la violenza vera con quella televisiva, a identificarsi in personaggi violenti e a considerare l’aggressività come il modo migliore per gestire le situazioni in cui viene a trovarsi in difficoltà: può trovarsi davanti a messaggi che, anziché rafforzare i valori, ampliare la conoscenza e sviluppare le capacità critiche, possono incrementare atteggiamenti distruttivi per se stesso e per gli altri. Consapevoli che il cartone animato delle 21.00 non sostituisce in alcun modo la classica favola della buona notte, guardiamo con stupore il veloce e spontaneo approccio dei bambini all’innovazione: non ci resta che adeguare i contenuti alle loro esigenze al fine di garantire intrattenimento, educazione e soprattutto protezione. Se davvero la tv è diventata la seconda “mamma” allora facciamo in modo che sia gentile, simpatica e piena di valori. (C.S. per NL)