Alla fine gli editori ce l’hanno fatta. Dopo anni di scontri, Google ha finalmente fatto un passo indietro, cedendo alle forti pressioni derivanti dai gruppi editoriali a livello globale, che negli ultimi anni hanno invaso il motore di ricerca di richieste per ottenere il pagamento di una quota per l’indicizzazione e la pubblicazione delle notizie online.
La pressione delle Authority spinge Google a pagare gli editori
Divenuto il bersaglio principale delle Authority europee e d’oltreoceano per violazioni legate alla normativa antitrust, Google ha così deciso di pagare gli editori, raggiungendo accordi economici con una serie di soggetti del comparto informativo per ricevere in licenza i contenuti pubblicati (audio, video, immagini e storie).
Il programma di licenze annunciato da Brad Bender, vicepresidente di Google per la gestione dei prodotti relativi alle notizie, prevede di pagare gli editori per ogni contenuto pubblicato e reso accessibile attraverso il motore di ricerca, anche tramite l’app mobile “Google News” e sui dispositivi con il sistema operativo Android. Tale progetto dovrebbe essere operativo entro la fine del 2020.
Germania, Brasile e Australia i primi editori coinvolti
Al momento, gli editori con cui è stata consolidata la partnership sono i tedeschi Spiegel Gruppe (editore di Der Spiegel), Frankfurter Allgemeine Zeitung e Die Zeit. Oltre alla Germania, sono coinvolti anche il Brasile (Diarios Associados) e l’Australia (Solstice Media, editore di quotidiani locali).
Ma il colosso americano sembrerebbe essere intenzionato ad estendere le trattative anche ad altre testate in tutto il mondo.
Un cambio di rotta importante, che segnerà definitivamente i rapporti tra l’OTT e l’intero settore informativo.
Dopo anni di diatriba Google collabora con il settore delle news
Stando alle parole di Bender, riportate nel quotidiano Italia Oggi, “questo nuovo programma rappresenta un passo avanti nell’ambito della collaborazione della grande G con il mondo dell’informazione”.
Una collaborazione che però non è nuova per Google. In fase di lockdown, infatti, la società ha già mostrato la propria volontà di venire incontro agli editori, stanziando il Fondo di Emergenza per il Giornalismo. Un’iniziativa ideata proprio per sostenere le piccole e medie organizzazioni giornalistiche.
Considerati i recenti sviluppi si può sostenere, dunque, che la diatriba tra i soggetti in gioco sia agli sgoccioli? (G.S. per NL)