Invece di comprare ‘Playboy’, gli americani cliccano sui siti porno. Risultato? Il mensile che ha codificato l’immaginario erotico del dopoguerra perde copie, perde pubblicità, perde soldi. E ora, secondo quanto riferito da la Repubblica, è stato messo in vendita per 300 milioni di dollari. «Non possiamo permettere che l’emorragia continui a lungo», si è giustificato Jerome Kern, che ha preso il posto di Christie, la figlia di primo letto di Hugh Hefner, il fondatore della rivista. Tra il 2002 e il 2008 Playboy è stato abbandonato da 600mila lettori e, pur essendo la rivista maschile più venduta negli Stati Uniti (2,5 milioni d copie nell’ultimo semestre dell’anno scorso), il declino appare per il momento inarrestabile. A dispetto di misure energiche per tagliare i costi, chiudendo la sede di New York e riducendo di un quarto il numero dei dipendenti, il gruppo – che è quotato a Wall Street – ha avuto una perdita di 13,7 milioni di dollari nel primo trimestre del 2009. «La rivista non chiuderà mai i battenti fino a quando Hugh Hefner sarà in vita», ha però garantito Samir Husni, capo del dipartimento di Giornalismo dell’università del Mississipi, ricordando che Hef, come viene chiamato il fondatore della rivista, possiede ancora il 70% del capitale. Nel frattempo alcuni gruppi di ‘private equity’ come l’Apollo capital partners, hanno avviato dei negoziati preliminari. Il ‘Daily News’ ha anche ipotizzato un acquirente famoso: il britannico sir Richard Branson, fondatore dell’impero Virgin. Ma il vero ostacolo per la compravendita è rappresentato dal costo perché i 300 milioni di dollari richiesti appaiono troppi rispetto ai 100 milioni di capitalizzazione di borsa e alle prospettive di mercato. (Adnkronos)