Occupazione giornalistica in calo anche negli USA: negli ultimi 10 anni il numero di giornalisti, impiegati all’interno di media americani, e’ calato del 23%.
A perdere lavoro sono per lo piu’ i redattori impiegati nei giornali, mentre crescono invece i programmi tv di news e soprattutto le opportunità offerte dall’online.
Secondo uno studio di Pew Research Centre, che ha analizzato dati statistici del Bureau of Labor, giornalisti, editori, fotografi e grafici statunitensi sono passati da 114 mila nel 2008 a 88mila nel 2017.
Un trend negativo della occupazione che raggiunge il picco se si considerano le redazioni dei giornali, dove la percentuale sale a 45 punti, con un crollo da 71mila a 39mila unita’. Cali, seppur minori, li registrano anche gli altri settori come la radio. Le trasmissioni radiofoniche hanno perso circa un quarto (27%) dei dipendenti della redazione, passando da circa 4.600 lavoratori nel 2008 a circa 3.300 nel 2017, si legge, confermando la crisi di modelli superati che i big player stanno faticosamente e dolorosamente cercando di aggiornare soprattutto nella direzione della multipiattaforma e dell’on demand (brand bouquet IP e podcast in testa).
Va invece meglio l’occupazione all’interno delle redazioni web. Dal 2008, il numero di dipendenti impiegati all’interno delle redazioni digitali e’ aumentato del 79%, passando da circa 7.400 lavoratori a circa 13 mila nel 2017. L’aumento di circa 6 mila posti di lavoro totali, tuttavia, e’ stato molto inferiore a compensare la perdita di circa 32mila posti di lavoro dei giornali durante lo stesso periodo.
Relativamente stabile la situazione contrattuale nei broadcaster tradizionali statunitensi, che, in termini di occupazione, passano dall’aver impiegato 28 mila lavoratori nel 2008 ai 29 mila del 2017.
Occupazione rimasta relativamente stabile anche nella televisione via cavo, con circa 3 mila lavoratori impiegati nelle news. (E.G. per NL – fonte INPGI)