Un articolo apparso pochi giorni fa sul Corriere, a firma di Fabio Cavalera, tracciava un quadro inquietante di quello che potrebbe essere il prossimo futuro dell’impero di Rupert Murdoch, sempre più vacillante e pieno di falle.
Falle che non derivano dalla gestione finanziaria dell’impero ma da quella etica. Dopo il terremoto della scorsa estate e quello di quest’inizio anno, infatti, il governo inglese ha affidato le sorti di News International, costola euroasiatica di News Corp. a una task force composta da 171 tra tecnici informatici, avvocati e poliziotti, che dovranno scavare tra le centinaia di milioni di e-mail alla ricerca delle prove della corruzione a carico dei manager e dei giornalisti del “Sun”. Un grattacapo non da poco per Mr Murdoch che, dall’alto dei 32 miliardi di dollari di valore totale del suo impero, rischia comunque che l’effetto domino lo travolga e che addirittura attraversi l’oceano e arrivi fino in America. Lo scenario prefigurato da Cavalera fa leva su tre accadimenti, veri o prefigurabili, che potrebbero innescare una reazione a catena talmente pericolosa da mettere in ginocchio lo squalo. Accadimento numero uno. Negli ultimi mesi Murdcoh ha dovuto sborsare 200 milioni di dollari di risarcimento danni alle vittime dello scandalo News of the Week e ancora siamo agli inizi. Questa operazione, insieme a quella da 5 miliardi che è servita a tappare i buchi causati dal crollo in borsa delle azioni (dovuto, appunto, allo scandalo), hanno portato a una brusca frenata riguardo l’acquisizione di BSkyB, il network televisivo privato più grande della Gran Bretagna, che fino a pochi giorni prima del terremoto sembrava cosa fatta. Accadimento numero due. Questioni di famiglia. Il problema dell’eredità, in casa Murdoch, è cosa complicata perché il quasi ottantunenne patron di News Corp., nell’arco dei suoi tre matrimoni, ha dato i natali a una prole cospicua. E se non ha fatto proprio come i genitori di Charles Foster Kane in Quarto Potere, che decisero di affidarlo in tenera età a un uomo d’affari che gli insegnasse come non dilapidare un’eredità sostanziosa, anche lo squalo ha dovuto fare le sue scelte, perché non tutti i figli di uomo con il fiuto per gli affari escono a loro volta con la stessa dote. A uno degli figli minori, James, che sembrava un po’ più capace degli altri, Rupert aveva affidato le sorti di News International, pensando in cuor suo, probabilmente, che quello sarebbe stato il trampolino di lancio per il controllo totale della holding, una volta morto lui. James si era scelto come collaboratori Rebekah Brooks e altri tra coloro che sono finiti dietro le sbarre e ora c’è il timore che persino lui possa essere coinvolto direttamente nello scandalo. Altra gatta da pelare che toglie il sonno a papà Rupert. Terzo accadimento. Il polverone d’oltremanica ha avuto un eco fortissimo in tutto il mondo e il buon Murdoch fa affari in buona parte di esso. C’è da essere certi che negli Stati Uniti, dove per questo genere di temi c’è tolleranza zero, le autorità siano già all’erta e stiano tentando di capire se giochi del genere possano essere stati replicati anche lì, in tal caso per Murdoch si prefigurerebbe uno scenario cupissimo, con possibilità che il piccolo James, che ha avuto la fortuna di apprendere il mestiere direttamente dal padre, corra il rischio di dover essere affidato a qualcuno che gli insegni a reinventarsi in qualche altro campo. (G.M. per NL)