Ognuno risponde ai periodi di crisi a modo suo. Il Riformista lo fa scommettendo su se stesso e puntando molto in alto. Il coraggioso quotidiano arancione, nato ormai sei anni fa, ha deciso di diventare grande. Acquisito qualche mese fa dagli Angelucci (editori anche di Libero), il Riformista cambia pelle. I suoi caratteri distintivi rimarranno l’aggressività e la brillantezza del foglio d’opinione, ma il formato sarà quello di chi pensa di cominciare a dare seriamente fastidio ai “grandi” dell’editoria italiana, ossia 32 pagine. Una foliazione importante che fa del Riformista un acquisto sostitutivo e non aggiuntivo rispetto ai più classici Repubblica e Corriere della Sera. Per dare il via a questa sfida gli Angelucci si sono affidati a colui che più di tutti ha contribuito alla fortuna del Riformista: Antonio Polito (foto). Dopo due anni passati a Palazzo Madama, nelle file del PD, Polito si è fatto convincere a tornare alla guida del quotidiano da lui fondato, per continuare a dare voce a quel folto gruppo di “riformisti e democratici” che sono sempre più scontenti di come vanno le cose. Dopo qualche mese di rodaggio, Polito ha dato il via ad un’operazione di restyling ambiziosa, cominciata con la rivisitazione del sito internet e culminata con l’ampliamento del nucleo storico della redazione di piazza Barberini. A curare l’edizione a 32 pagine saranno più di 20 giornalisti. Non mancano i nuovi ingressi di lusso. Primo tra tutti quello di Giampaolo Pansa, che dopo anni trascorsi con L’Espresso, ha accettato di passare al Riformista, portando con sé il suo Bestiario. L’appuntamento in edicola è, per tutti, per il prossimo lunedì mattina. Ieri sera invece, pochi eletti hanno potuto dare un’occhiata in anteprima al “numero zero” della nuova creatura di Polito. Al cocktail di presentazione del nuovo Riformista hanno partecipato molti tra i più importanti esponenti del panorama politico e giornalistico italiano. Un appuntamento riservato e che più bipartisan non si può, per fare gli auguri al “volenteroso” ex inviato dell’Unità. Tanti politici noti che hanno dato bella mostra di sé: Rutelli, Fassino, Bettini, Letta, Gasparri, Sacconi. Tra i giornalisti si sono fatti notare invece Vittorio Feltri, Oscar Fulvio Giannino, Mario Pirani ed Enrico Mentana. Tutti formalmente molto contenti anche se, a ben guardare, per la maggior parte di loro c’era poco da festeggiare. I primi hanno perso un brillantissimo “battitore libero”, mentre i secondi avranno di nuovo a che fare con un temibile avversario. Probabilmente quindi, gli unici a gioire davvero sono stati Polito stesso e gli Angelucci, che sperano, con questa mossa, di conquistarsi un posto al sole in quella foresta pietrificata che è l’editoria italiana. (Davide Agazzi per NL)