Luogo comune: la carta stampata ha il destino segnato dall’editoria online. Ma è così? Forse sì. O forse no. I giornali online vincono, infatti, per velocità informativa e per contenimento dei costi. Ma stimolano l’informazione mordi e fuggi a scapito dell’approfondimento, puntano sovente solo allo scoop attirando utenti frettolosi. La stampa tradizionale approfondisce, prevale sulla qualità dell’informazione e richiama lettori meno convulsi. Ma è vittima di condizionamenti, è appesantita dal proprio ruolo e arriva sempre dopo. Se il web si dotasse di regole deontologiche ferree e privilegiasse la verifica delle fonti, anche a rischio dello scoop, ripulirebbe certamente la propria immagine. Se la carta stampata riconoscesse il diverso ruolo del concorrente virtuale e riscoprisse la forza dell’indipendenza, mettendo in secondo piano la corsa (perdente) alla tempestività, s’accorgerebbe di avere ancora molte carte da giocare. Se queste cose avvenissero, i due fronti del giornalismo potrebbero confrontarsi senza insultarsi, completarsi senza limitarsi e arricchirsi senza intralciarsi. Perché l’uno avrebbe preso il meglio dell’altro.