Editoria. Tempo di bilanci per i grandi quotidiani italiani

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Il calendario è implacabile. E come ogni inizio anno, i dati relativi agli ultimi dodici mesi permettono di fare un bilancio complessivo dell’andamento di un mercato.

E quest’anno il conto è particolarmente salato, almeno per quel che riguarda il mondo dell’editoria italiana. I dati relativi alla diffusione dei grandi quotidiani nazionali sono spietati. Confrontando i dati di dicembre 2009 con quelli dello stesso mese del 2008, possiamo notare come le testate più importanti abbiamo lasciato sul campo migliaia di copie. Parliamo della diffusione certo, e non del vendutogiornali20stracciati 1 - Editoria. Tempo di bilanci per i grandi quotidiani italiani, ma il segnale è chiaro, anzi chiarissimo. A salvarsi è solo il Giornale, che grazie a Feltri fa un passo avanti (+11%, fino ad arrivare a 186mila copie distribuite), ma siamo sempre nelle parti basse della classifica. A perdere fortemente, in termini percentuali sono soprattutto il Corriere della Sera (-16%), la Gazzetta dello Sport (-12%), il Sole 24 ore (-18%) e Libero (-11%), mentre resistono le altre testate. Sembrano essere i direttori la variabile principale di questi cambiamenti: per esempio il Corriere di De Bortoli sembra meno apprezzato di quello di Mieli; il Sole 24 Ore di Riotta proprio non riesce a far breccia nel cuore degli industriali; il Libero di Belpietro, invece, non regge il paragone con quello di Feltri e di converso, La Stampa di Calabresi pare proprio in gran forma. Ragion per cui il quotidiano torinese sale al terzo gradino del podio (dietro il Corriere e Repubblica), superando la Gazzetta. Buona performance anche per Avvenire, che nonostante lo scandalo Boffo (o forse, proprio a causa dello scandalo Boffo) riesce a far segnare un buon +2%, superando di poco Libero in numero di copie diffuse (105mila per Avvenire, 102mila per Libero). Del resto si sa, gli scandali fanno aumentare la tiratura. Ne sa qualcosa Ezio Mauro, che grazie alle famose 10 domande su Berlusconi è riuscito a contenere il calo delle copie diffuse ad un -4%, con il risultato che ora il divario tra Repubblica e il Corriere si è, per la prima volta da anni, ridotto a poco più di 25mila copie (485mila per il Corriere, 460 per Repubblica). (Davide Agazzi per NL)

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