"Non si può che condividere il grido di allarme del Sottosegretario Legnini sullo stato dell’Editoria. Sarebbe però il caso di ricordare che ciò è dovuto, in larga parte, ai tagli dei contributi pubblici che, negli anni, si sono succeduti senza avviare, nel contempo, alcuna riforma strutturale".
Così i sindacati SLC-CGIL, che ricordano, in una nota congiunta, gli errori commessi dagli ultimi governi succedutisi in tema di supporto all’editoria. Per esempio, il processo di innovazione tecnologica – denunciano gli enti esponenziali – è stato affrontato da imprese e lavoratori "senza un governo complessivo di quel processo" e, malgrado i notevoli investimenti verso le nuove piattaforme digitali, "le entrate sono ancora garantite quasi esclusivamente dal cartaceo" I portatori di interessi diffusi da anni chiedono "un confronto sull’intero sistema della comunicazione e dell’informazione (comprese, quindi, radio e TV e, tra queste le TV e radio locali che sono le più compromesse dagli effetti della crisi) a partire dalla distribuzione del mercato pubblicitario e dalla urgente modifica della “Gasparri”", sottolinenando che l’editoria “tradizionale” è "un mondo complesso che parte dalla produzione della carta (e l’ultimo stabilimento che produceva carta da giornale è stato chiuso, a Mantova, pochi mesi fa e oggi dipendiamo totalmente dall’estero) fino alla rete di vendita delle edicole". Del resto, l’innalzamento dell’IVA sui “collaterali” di natura editoriale "certo non si può dire che sia stata una boccata di ossigeno" e ancora oggi non si sa se le ipotesi di riforma previdenziale avviate dal ministro Fornero, "micidiali per tutto il settore", subiranno gli auspicati emendamenti, "lasciando così aziende e lavoratori in una preoccupante situazione di stallo, mentre la crisi non si ferma". Infine, secondo SLC-CGIL, "c’è da chiedersi, in tutto questo, che fine abbia fatto l’art. 21 della Costituzione e, davvero, quali siano le intenzioni di questo Governo su un settore così delicato e fondamentale per la democrazia e per la garanzia del pluralismo politico e culturale". "Se il Sottosegretario volesse incontrarci, noi, come sempre, siamo a disposizione", concludono i sindacati. (E.G. per NL)