Quello appena trascorso è stato un altro annus horribilis per l’ex magnate numero uno dell’editoria mondiale Rupert Murodch. Facendo le somme dell’anno fiscale 2012, chiusosi lo scorso giugno e del primo trimestre di quello corrente, terminato a settembre, la sua News Corp. ha registrato perdite per un totale di 2,2 miliardi di dollari (1,7 miliardi di euro).
Gli scandali e una serie flop clamorosi, come quello del quotidiano online e per iPad “The Daily”, hanno fatto del più grande impero editoriale esistente una sorta di potenza di carta pesta, traballante e soggetta a guerre intestine. Una sorta di involuzione da basso impero, che ha portato l’imperatore Rupert Murdoch a scegliere la separazione tra Oriente e Occidente per far sopravvivere la sua creatura. Da una parte, le colonne fondanti della superpotenza, anche se in crisi d’identità e di utili, ossia le testate cartacee, dall’altra le uniche che ancora portano ossigeno nelle casse centrali, cioè il video: 20th Century Fox, i canali Fox negli Usa, Sky in Gran Bretagna e Italia. Entro giugno di quest’anno, allora, la divisione di News Corp. in due entità a se stanti sarà operativa. Sul versante della carta stampata (che racchiuderà, tra gli altri: “Wall Street Journal” e “New York Post” negli Usa, “The Times” e “The Sun” in Gran Bretagna), cancellata l’esperienza fallimentare di “The Daily”, sarà il direttore del “Wall Street Journal”, Robert Thompson, ad avere il difficile compito di risollevare le sorti di quella che negli ultimi anni è stata la fetta più in crisi dell’impero di Murdoch e che manterrà il nome di News Corp. Sul versante video, invece, la nuova azienda si chiamerà Fox Group e anche qui sono previste nuove nomine nei posti chiave. A proposito di nomine, proprio uno dei fedelissimi di Murdoch, nonché vecchia conoscenza italiana, Tom Mockridge, prima a capo di Sky Italia e fino a pochi giorni fa di News International (dopo che lo scandalo tabloidgate aveva fatto saltare la testa del figlio di Murdoch, James) si è dimesso dal suo incarico, probabilmente deluso per la mancata nomina a capo di News Corp. Poltrona che lui già assaporava e che invece è stata affidata a Robert Thompson. (G.C. per NL)