Lo scrittore Pietro Ghilarducci è morto a Milano all’età di 78 anni. La scomparsa è avvenuta martedì 18 maggio ma per sua espressa volontà è stata resa pubblica dalla figlia Maria Teresa solo ad esequie avvenute.
Nato a Viareggio nel 1932 si trasferì giovanissimo a Milano dove svolse gli studi e conseguì la laurea in Scienze Politiche. Iniziò l’attività giornalistica nella redazione del quotidiano il "Corriere Lombardo". In seguito fu addetto all’ufficio stampa e pubblicità presso la casa editrice Garzanti, per la quale partecipò, altresì, alla redazione della prima Garzantina, curando in particolare la revisione delle singole voci. Spostatosi a Londra, collaborò ai servizi esteri della BBC scrivendo contemporaneamente per settimanali culturali e d’attualità italiani, quali: Il Mondo (anni Settanta), Il Punto, Settimo Giorno (sul quale apparve forse il primo articolo uscito in Italia sui Beatles), la Domenica del Corriere (diretta da Dino Buzzati); La Fiera letteraria. Rientrato in Italia venne assunto dalla casa editrice Rizzoli, presso la quale rimase per oltre vent’anni con mansioni di editing, lettore, traduttore, revisore di testi tradotti, compilatore di risvolti. Presso la stessa pubblicò i romanzi: "La moglie giovane" (premio L’Inedito – 1970), "L’ombra degli ippocastani" (lo spazio magico dell’adolescenza – 1974), "Un atto d’amore" (il delirio amoroso – 1979), "Il bivio" (la passione intellettuale -Premio Vallombrosa – 1981), "La ristrutturazione" (il viaggio tra le ombre dell’esistenza – 1992), "La città dell’anima" (l’infanzia di Viareggio – 1993). Collaborò anche al quotidiano la Repubblica con articoli di cultura e interviste, fra le quali quella a Carlo Bo (sulla civiltà del vivere e dello scrivere), Indro Montanelli (su Guido Piovene), e altri esponenti della cultura italiana. Faceva parte della giuria del premio letterario Viareggio. Con Ghilarducci se ne va l’ultimo degli scrittori autentici. Ci mancherà. (R.R. per NL)