"La condizione economica della Spagna, rispetto all’Italia, farebbe guardare in modo diverso la nostra partecipazione spagnola proprio perché lì ci sono maggiori opportunità”.
“Confermo quello che ho detto in passato: non cambiamo la nostra posizione sulla Spagna” – così ha commentato Pietro Scott Jovane, a.d. di Rcs, al termine di un evento organizzato da Expo Training, a chi gli domandava se la società editoriale avesse cambiato i piani per gli asset spagnoli e in particolare se ci fosse l’intenzione di vendere il quotidiano El Mundo. In Italia invece “È evidente che la difficoltà del mercato sulla raccolta pubblicitaria permane a livello complessivo; – ha proseguito l’amministratore delegato – noi cresciamo perché abbiamo iniziative specifiche. A settembre abbiamo lanciato il nuovo formato del Corriere che ci ha riposizionato bene e abbiamo ricevuto i dati Audipress che misurano i lettori e il più grande quotidiano di Italia è il Corriere della Sera sulla parte generalista. È evidente che i lettori testimoniano affezione e supporto”. No comment invece sulle indiscrezioni che vedrebbero il direttore del Corriere, Ferruccio De Bortoli, in uscita in anticipo rispetto a quanto previsto dall’accordo di divorzio con la casa editrice. “Non ho mai commentato i rumors e non inizio a farlo adesso. Abbiamo chiarito il 31 luglio quello che vogliamo fare e non abbiamo altri commenti”. I vertici della società nei mesi scorsi infatti avevano reso noto i termini dell’accordo per cui De Bortoli dovrebbe restare in sella al quotidiano fino al prossimo aprile 2015 (in seguito si vedrà corrisposta una buonuscita di 2,5 milioni, comprensivi di 3 annualità, previste dal contratto firmato al momento del suo ritorno al Corriere nel 2009, più una cifra per patto di non concorrenza), quando verrà nominato un nuovo cda, coinvolgendo anche De Bortoli nel processo di individuazione del nuovo direttore. L’azienda ha chiesto al direttore, come si legge in una nota, "di rimanere alla guida del Corriere fino alla prossima assemblea ordinaria della Società che approverà il bilancio 2014, al fine di assicurare il completamento di importanti progetti editoriali". Secondo indiscrezioni, da parte del direttore ci sarebbe stata la volontà iniziale di lasciare subito l’incarico, poi è arrivato invece l’accordo davanti alla richiesta dell’editore di gestire la transizione (il candidato più forte per la successione sarebbe Mario Calabresi, ora alla Stampa). Per quel che concerne invece la situazione societaria, dopo le variazioni nell’elenco dei soci, Jovane ha spiegato che ad oggi il primo azionista di Rcs è il mercato, dato che il flottante è pari al 40-45%. Fra i soggetti che hanno ridimensionato le loro quote storiche di partecipazione fa capolino Mediobanca, che ha ridotto la sua partecipazione al 6,2% e punta a uscire dal gruppo entro la fine del 2015. Jovane ha chiarito che “Era previsto che nuovi azionisti sostituissero i precedenti. Sta succedendo quello che esattamente avevo immaginato e che rappresenta un’opportunità per Rcs per standardizzarsi rispetto alle pratiche degli investitori finanziari. La visione dell’azienda è la seguente: noi abbiamo presentato un piano due anni e mezzo fa, proprio per offrire agli investitori l’opportunità di salire a bordo di un progetto di trasformazione importante”. (V.R. per NL)