Editoria: Rcs chiude il 2015 con un buco di 175,5 mln

Profondo rosso in casa Rcs nel 2015: il Cda approva i risultati operativi di un anno da dimenticare. Fatturato giù del 3% e sale l’indebitamento finanziario. Unica nota positiva: cresce il paywall con 30000 abbonati.

Il 2015 sarà archiviato come un anno da dimenticare in casa Rcs: il gruppo ha riportato un passivo di 175,7 mln di euro, notevolmente peggiorato rispetto ai 110,8 milioni dell’anno precedente. Il Cda ha approvato giusto ieri i risultati relativi al 2015, in un prospetto che ha tutto l’aspetto di un bollettino di guerra: il segno meno dilaga in praticamente tutte le aree, da quella finanziaria a quella contabile. Il fatturato complessivo è calato del 3% per attestarsi appena sopra il miliardo di euro, accompagnato da una raccolta pubblicitaria al -3,2% e da ricavi da vendite in calo del 5,6%. L’unica crescita è quella dei debiti finanziari, lievitati di oltre 4 milioni di euro e assestatisi a 486,7 contro i 482,5 mln del 2014. A presiedere il Cda che ha approvato i dati è Laura Cioli, che comunque si dimostra positiva “nell’aspettativa che il gruppo possa disporre di adeguate risorse finanziarie per continuare l’esistenza operativa”. In sostanza, urge una boccata di “ossigeno” per continuare a respirare: proprio in quest’ottica l’amministratore delegato riponeva grandi speranze nella conference call con le banche finanziatrici, dove però l’accordo non è stato trovato. L’obiettivo per il 2016, nonostante tutto, rimane quello di ritornare almeno ad un leggero utile: ad aiutare Rcs in questo proposito potranno esserci la chiusura della vendita di Rcs Libri per 127,5 mln di euro (che avverrà a metà aprile) e l’approvazione della delega su una ricapitalizzazione del gruppo, con il tetto fissato a 200 mln di euro. Nella desolazione più totale, però, un dato positivo c’è: il Corriere della Sera ha sfondato quota 30mila abbonati alla testata, tramite la nuova offerta cartacea e digitale. D’altronde oramai è chiaro che di sola raccolta pubblicitaria non vive l’uomo: il paywall con tutta probabilità sarà l’ancora di salvezza dell’informazione online, l’unico modo per produrre ricavi consistenti e combattere la fiacchezza delle entrate dell’advertising. (G.C. per NL)

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